Noi sì che siamo intelligenti! Mica come la natura che va a caso (e manco avvisa).

di Giorgia Petrini

E mentre la furia del vento e dei tuoni, lampi, fulmini e saette, ci ricordano che nulla possiamo per arrestare l’impeto della natura imbizzarrita (anche se abbiamo inventato l’iphone5 e il gel permanente per le unghie), penso alle tante arie che ci diamo quando cerchiamo di prevedere l’imprevedibile. Non abbiamo mai saputo fare pronostici degni di una qualche verità sui terremoti, per i quali ogni volta ci sorbiamo intere settimane di Porta a Porta sul perché e sul per come non lo abbiamo saputo in tempo; non abbiamo mai dato delle credibili previsioni climatiche a più di 12 ore di distanza dalle condizioni dichiarate; ieri, ho perfino scoperto dal TG2 che non sappiamo come si comporterà realmente il futuro delle trombe d’aria di questi giorni in Italia, perché – non avendo mai avuto questo problema dalle nostre parti – non esiste uno storico di questi eventi climatici al quale potersi ispirare, con grande acquolina mossa alle bocche asciutte dei tanti speculatori che, anche qui, come altrove, si saranno agitati immediatamente per capire come inventare quello che non c’è, dando vita all’economia del tornado insostenibile.

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Se solo avessimo la capacità di osservare bene la natura quando, attraverso questi fenomeni, si dichiara e si racconta, dandoci dei soldatini di piombo tutte le volte, avremmo un gran metro di paragone con il quale ridimensionarci ogni giorno quando usciamo dalla porta del nostro presunto impero (la casa di proprietà). E invece, niente. Capace che metti fuori il naso e trovi una voragine in giardino con l’amaca precipitata stesa sul fondo (durante la notte, a tua insaputa), ma nonostante tutto, sai sempre tutto tu. Sì perché tu che degli altri dici che sanno sempre tutto loro, in realtà lo dici perché altrettanto sei certo che invece abbiano torto. Hai presente quelli che cominciano le frasi dicendo “Tu m’insegni…” che si capisce lontano un miglio che non imparerebbero mai niente da te, nemmeno sotto tortura? Ecco, noi siamo così. Tutti noi, in fondo, siamo così. Vorremmo imparare tutto da noi stessi per poi dire agli altri quanto siamo stati bravi, ma gli stessi altri vorrebbero fare lo stesso con noi. Così finisce che tutti insegnano tutto e nessuno impara, però tutti sanno. Sì perché quando la materia è volatile, la verità diventa sempre inconsistente, inesistente. Quello che è vero per me può non esserlo per te o per un altro e viceversa. Avendo smarrito il significato di cosa sia la verità, oggi come oggi, “va bene così”: è vera ogni cosa che ognuno crede vera per sé. L’esempio della natura è lampante: tutti sostengono diverse tesi, ipotesi, antitesi, previsioni o pareri, con tanti cari saluti alla scienza che su certi temi balbetterà per sempre inutilmente, e a sapere come stanno veramente le cose è solo la natura. La conoscenza reale di ciò che lei fa e dispone, quando, come e perché  è unicamente in mano alla natura. Né io né te possiamo farci nulla. Se piove e poi esce il sole e poi ri-piove e poi esce di nuovo il sole, con tanta pace a ciò che abbiamo da fare io e te oggi e domani, è così. E’ così perché la natura non è arbitraria. Niente, in natura, dipende dal mio umore o dal tuo, da quello che ci piace oppure no, dai nostri desideri o da quelli degli altri. La natura è la conseguenza pratica di se stessa. E’ la manifestazione di un’intenzione che ci prescinde e che, per questo, nessuno può dominare.
Anche quando vorremmo che questo non sia sempre vero, perché in realtà non abbiamo voglia di sforzarci a capirne l’inevitabilità, lo è. E’ una regola auto consistente che vale per tutti. Nulla di ciò che esiste in natura dipende direttamente da noi, da come si organizzano le formiche, quando portano le briciole di pane dal tuo lavandino alla loro casa di proprietà, ai tornando. Semplicemente alcune cose, tipo la tragedia di Fukushima, hanno un impatto umano, mediatico e storico maggiore della formica che ti spolvera in cucina, ma dal punto di vista pratico nessuna di queste cose ci interpella prima di avvenire. Forse, durante e dopo ci riguarda, e parecchio anche, ma in tutti i casi non ci rende mai partecipi dell’intenzione. Lo smottamento c’è e la casa ti cade addosso: è un problema tuo se l’avevi costruita dove non dovevi. La natura non dipende (mai) da noi. Cosa diversa, riguarda spesso le sue tragiche conseguenze, frutto invece di una manipolazione ormai permanentemente sbagliata della natura da parte nostra. Siamo noi a dipendere da lei, sempre e comunque, anche se in soggiorno abbiamo un televisore ultra flat di ultima generazione e ci sentiamo, per questo, i più fighi del bigonzo (che poi, non ho mai capito che è ‘sto bigonzo). Già solo per questo la dovremmo amare, rispettare e averne cura; interagire con lei sapendola parte di noi. Già solo per questo dovremmo capire che non è possibile opporsi agli esperimenti cinesi sul cocomero rettangolare – perché in natura nasce diversamente – ed essere invece d’accordo con le adozioni gay, con l’eutanasia o con l’aborto perché, boh… sono senza semi? Che mediocri siamo, a volte, così presi da ciò che vogliamo vedere che non vediamo la nostra stessa cecità…

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