Pellegrini a Fatima: consigli di viaggio “fai da te”, ma con Dio

di Giorgia Petrini

Siamo stati a Fatima dal 5 al 9 dicembre e stavolta comincio da alcune foto, in ordine sparso. Non sono tutte e ho anche dei video ai quali lavorare, ma finché non trovo il tempo di farlo cuccatevi il “pane quotidiano”. Oggi c’è questo.

E’ stata un’esperienza memorabile, contrariamente alle aspettative generate da quello che molte persone ci avevano raccontato (principalmente “meta troppo turistica, negozi dappertutto, troppa gente”). Tutto vero, forse, ma noi non ce ne siamo assolutamente accorti e vi dico come mai.
Innanzitutto la fede, anche in queste cose, è un’esperienza. E l’esperienza, come sempre, dal punto di vista spirituale non può che essere soggettiva. Ognuno, a parità di condizioni oggettive, vive la stessa realtà di una messa, di un vangelo, di una confessione o di un pellegrinaggio, come in questo caso, in modo diverso. Proprio per questo motivo, il turismo spirituale e il pellegrinaggio sono due esperienze completamente diverse che, di conseguenza, lasciano in eredità ricordi, impressioni e storie ogni volta, a loro modo, originali.

Noi tendiamo a scegliere sempre il pellegrinaggio, possibilmente “fai da te”, perché nel fare da soli scopriamo sempre di “fare con Dio” e questo anima dal primo momento l’originalità e l’imprevedibilità di ogni piccolo passo mosso nelle nostre esperienze di cammino e di viaggio. Così abbiamo fatto anche stavolta.

All’andata, volo diretto con TAP in direzione Lisbona. Siamo partiti il pomeriggio del 5 da Fiumicino alle 16.10 e siamo arrivati all’aeroporto di Lisbona alle 18.20. Tutto regolare.

maps_aereo

All’aeroporto di Lisbona abbiamo noleggiato una splendida Skoda Fabia nera e, cartina alla mano, abbiamo puntato su Fàtima passando per l’A1. Viaggio semplice da fare (detto da una donna completamente priva del senso dell’orientamento) perché le strade sono segnalate alla perfezione e il traffico è scorrevole: poche macchine, tutte molto ordinate e “diligenti”.

maps

Viaggiare in auto consente inoltre, lungo il tragitto, di apprezzare il panorama e di prendere in considerazione anche altre tappe intermedie a tema (il Portogallo è ricco di chiese e monasteri) che, avendo tempo a disposizione, vale la pena di valutare e visitare.

Dopo qualche difficoltà nel districarsi tra le viuzze di Fàtima per cercare il nostro albergo (Anjo de Portugal), siamo arrivati a destinazione alle 21.40 circa, ancora in tempo per la cena. A differenza di Medjugorie, Fàtima ha una storia di più anni. Anche i servizi quindi, nel tempo, si sono adeguati a ricevere con più comodità e meno improvvisazione i tanti pellegrini che si recano continuamente in questo bellissimo santuario mariano. Diciamo che scegliere “una bettola” a Fàtima è praticamente impossibile (nel senso che quasi non ne esiste una), ma del resto un hotel a 4 stelle con vista santuario e colazione inclusa costa quanto un ostello di 3 stelle a Roma e si arriva al santuario a piedi in 5 minuti netti. Essere così vicini ci ha consentito di poter partecipare a tutte le funzioni e a tutte le liturgie attive durante il giorno (molto strette e frequenti tra di loro), dandoci modo di fare quello per cui effettivamente eravamo andati a Fàtima: pregare e stare con Maria.

Ecco, se lo fai così, Fàtima è un posto incredibile, come del resto a loro modo lo sono anche Lourdes e Medjugorie.
Tutti i santuari mariani, nei quali ho già avuto modo di andare più volte, sono quelli che io chiamo luoghi di presenza. Non puoi scegliere se credere o meno a quello che vedi, perché è lì, davanti ai tuoi occhi in ogni momento del giorno (quando tutti pregano o rimangono in silenzio) e della notte (quando tutti vanno via per tornare presto il giorno dopo e pregare ancora).

Questi luoghi sono tutti meravigliosi, ognuno a modo suo. Ti lasciano senza parole e ti dicono una sola cosa: la Madonna c’è. E’ lì. E’ fisicamente presente e non si può fare a meno di prenderne atto. Non so dirvi cosa avrei pensato andandoci quando ero atea (e sinceramente non mi interessa neppure saperlo), ma oggi posso certamente dirvi che anche un credente rimane a bocca aperta quando capisce che non c’è nessun motivo credibile per questo mondo secondo il quale milioni di persone dovrebbero andare fisicamente in questi luoghi, se non perché lì c’è Maria. Nessuno li costringe. Qualunque altra motivazione, in buona o in cattiva fede, risulta semplicemente insostenibile all’evidenza immediata. Pensare che tre bambini (anche ignoranti), morti bambini, durante le peggiori guerre della storia, possano essere stati la causa di quello che oggi è lì, scusate, ma è una cosa veramente impossibile da credere. A chi si fa forte di queste convinzioni, avendole sostenute io stessa per anni, dico che nessun bambino “che s’inventa tutto” riesce a far sorgere un santuario da milioni di persone partendo da una vallata sperduta del Portogallo o della Croazia. Oggi che conosco meglio la chiesa cattolica, dico anche che nemmeno la chiesa cattolica da sola (che siano i credenti, l’alto clero o il Papa in prima persona) riuscirebbe mai a fare tutto questo. E non dico nulla sull’evidenza dei fatti storici e delle prove concrete presenti in ognuno di questi luoghi, perché bisogna andarci per capire, per vedere, per farsi delle domande, per credere, per scendere dal trono di superbia che in ogni momento tenta di governare le nostre vite.

Ecco, noi siamo stai lì, assorti in una media di 6 ore al giorno di preghiera, passate sempre in un istante, e in altrettante ore di esperienze contingenti, attorno alla storia di Fàtima.
In realtà, se si vuole vivere bene la preghiera, il tempo che resta per visitare altre cose non è molto e, se non si vuole rinunciare alla preghiera, considerando anche il costo accessibile dell’intera operazione (meno di 800 euro in tutto per due persone), si può tranquillamente rimanere più tempo o approfittare per tornarci in altre occasioni durante l’anno.

Nell’unica trasferta che siamo riusciti a fare noi, abbiamo scelto di visitare il Monastero di Batalha, a mezzora di macchina da Fàtima, per tre motivi: 1) nel 1983 è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità; 2) José Saramago ha ambientato qui uno dei suoi più bei romanzi, nel mio caso il suo primo che lessi da ragazza, “Il memoriale del convento”; 3) l’arte gotica (che io non amo particolarmente per bellezza) è sempre e comunque molto affascinante dal punto di vista tecnico e stilistico.

maps_batalha

Direi che, come primo set d’informazioni è più che sufficiente, anche perché ho esaurito il tempo massimo che oggi potevo dedicare a fare per voi questo lavoro.
Nel fine settimana tenterò di tirar fuori anche qualche video montato tra i girati che spero di pubblicare presto.

Intanto, pace e bene. Nessun avvento poteva cominciare meglio di così per noi. Vi auguriamo altrettante Grazie.

Ah! Dimenticavo! Nel caso voleste pensare di farci un salto anche voi, rimandate i digiuni, magari fateli prima, perché in Portogallo, Fàtima inclusa, l’unica cosa impossibile da fare è digiunare. Se magna troppo bbene!

1 commento su “Pellegrini a Fatima: consigli di viaggio “fai da te”, ma con Dio”

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...