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L’eleganza del riccio

Estratti da “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery:
Edizioni e/o

Pagina 16
“(…) credo che essere coscienti renda il successo amaro, mentre la mediocrità spera sempre in qualche cosa.”Pagina 48
“Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna agli insegnanti, e chi non sa insegnare agli insegnanti fa politica.”

Pagina 49
“Gli uomini vivono in un mondo dove sono le parole e non le azioni ad avere il potere, dove la massima competenza è il controllo del linguaggio. E’ una cosa terribile, perchè in definitiva siamo soltanto dei primati programmati per mangiare, dormire, riprodurci, conquistare e rendere sicuro il nostro territorio, e quelli più tagliati per queste cose, i più animaleschi tra noi, si fanno sempre fregare dagli altri, cioè da quelli che parlano bene ma che non saprebbero difendere il proprio giardino, portare a casa un coniglio per cena o procreare come si deve. Gli uomini vivono in un mondo in cui sono i deboli a dominare. E’ un terribile oltraggio alla nostra natura animale, una specie di perversione, di contraddizione profonda.” Continua a leggere L’eleganza del riccio

Aprire la mano del pensiero

Estratti da “Aprire la mano del pensiero”
di Kōshō Uchiyama
Ubaldini Editore

Dal Capitolo 1 – Pratica e cachi

Pagina 34“Che Dio debba essere assoluto è il fondamento da cui hanno origine le religioni per le quali soltanto Dio può essere vero o reale. Poichè non siamo altro che cose create, siamo soltanto relativi. L’origine di tali religioni sta quindi nella negazione di se stessi in favore di un altro, Dio.”

Pagina 35“Possiamo parlare di questo o di quello soltanto perchè ci aggrappiamo a qualcosa o cerchiamo di creare un certo legame con essa. ‘Abbandonare tutto ciò che si manifesta’ significa non cercare di creare un legame con un oggetto esterno.”

Pagina 36“Quando abbandoniamo gogni idea sulle cose, tutto diventa autenticamente vero. Questa è la quarta realtà innegabile: completa tranquillità o nehan jakujō. Viene descritta anche come ‘tutte le cose sono così come sono’, shohō jissō. Pertanto, quando abbandoniamo tutto, non creiamo attaccamenti e legami artificiali. Ogni cosa è così com’è. Ogni cosa esiste in un modo accidentale o in un altro. Questa è la realtà presente della vita. E’ la realtà di ciò che non può essere afferrato, la realtà di cui non si può dire niente.”

“(…) Ciò che è proprio qui e ora è assoluto, innegabile.”

Pagina 37“Dobbiamo capire che al di fuori del presente non esiste niente.”

Pagina 38
“Anche tutti i processi chimici e fisici del nostro corpo cambiano continuamente. Eppure, temporaneamente, tutto assume una forma. Questo è il nostro vero sé, jiko. E’ il sé reale o universale o, come preferisco dire, la realtà della vita. Comunque la mettiate, io sono qui solo perchè il mio mondo è qui. Quando ho fatto il primo respiro il mio mondo è nato con me. Quando muoio il mio mondo muore con me. In altre parole, non nasco in un mondo che già esisteva prima di me, non vivo semplicemente come un individuo fra milioni di altri individui e non mi lascio tutto dietro perchè viva dopo di me. La gente vive considerandosi parte di un gruppo o di una società. Ma non è così che viviamo davvero. In realtà, io faccio nascere il mio mondo, lo mantengo in vita e quando muoio lo porto via con me.”

Dal Capitolo 2 – Il significato dello zazen
Pagina 44
“Lo zazen è il sé che fa se stesso da se stesso – jiko ga jiko wo jiko suru.”

Pagina 48
“Sia che si soffra di un complesso di inferiorità, consumati dallo spirito di competizione, o che ci si aggrappi a un’idea di superiorità, è più che naturale provare lo stesso vago senso di carenza. Affidarsi agli altri per conoscere se stessi significa essere instabili. Ovviamente, ciò non vuol dire dover vivere nell’isolamento. Vivere isolati è innaturale e crea instabilità quanto fare continuo riferimento agli altri. Per conoscere se stesso, il vostro vero sé è al di là sia del fare affidamento sugli altri sia dell’evitarli. Non possiamo trovare la vera pace della mente fino a che non viviamo la realtà della vita del sé, dal momento che il fondamento del sé è soltanto il sé. Questo è il sé universale che ho cercato per tutta la vita.”

Pagina 48/49“Ciò che in genere intendiamo quando parliamo di ‘sé’ è il nostro sé cosciente, che include ciò che vediamo e pensiamo in questo momento e il nostro ruolo o identità attuale. In realtà, il nostro sé cosciente non è soltanto chi pensiamo di essere in questo momento, ma anche l’idea di chi pensiamo di essere stati in passato. In altre parole, il sé cosciente è la somma dei nostri pensieri allo stato di veglia da quando eravamo bambini fino al momento presente. Prendiamo tutti questi pensieri coscienti, li astraiamo dalla nostra vita e li definiamo il nostro sé; ma si tratta solo di una parte del sé.”

Pagina 49“Pensare significa aggrapparsi o attaccarsi a qualcosa con il ‘pugno’ del nostro cervello razionale. Ma se questo pugno lo apriamo, se non concepiamo pensieri, quel che è nelle mani della mente cade. Il nostro sé universale, jiko, include anche ciò che abbandona.”

Pagina 50“Questo sé che tutto include in fondo è la forza creativa della vita. Corrisponde a quello che la tradizione giudaico cristiana chiama la forza creatrice di Dio. Anche questa forza (ciò che è di per sé vivo e anche ciò che creato) è il sé. Se volete usare Dio come referente, è necessario accettare Dio come pura forza creativa, come qualcosa di vigoroso, di vivo che opera in noi e attraverso di noi: qualsiasi cosa io faccia o pensi, Dio è in tutte le cose e opera attraverso di me.”

“Tutto ciò che è vivo è jiko, o sé universale.”

“Dire sé ‘totale’, ‘vero’ o ‘universale’ è un modo per cercare di includere tutta la vera realtà della vita.”

Ciò che viene prima di cuocerlo
o di friggerlo con il pensiero,
ciò che precede ogni elaborazione con il pensiero:
la vita nuda e cruda, quello è jiko.

Pagina 50/51“Vivere autenticamente la vita, quello è il sé universale, il sé che è totalmente se stesso.”

Pagina 51
“Il mondo che vedo è solo mio.”

“Fare zazen significa vivere la realtà della vita del sé, senza presumere che l’io sia determinato dal rapporto con altre persone o cose.”

Pagina 52“La vita del sé non si manifesta quando viene definita.”

“Pur creando ogni sorta di definizione, la realtà della vita le trascende tutte.”

“Se tocchiamo il fuoco, ci bruciamo certamente. Ma se pronunciamo soltanto la parola fuoco senza toccarlo, non ci bruceremo. Così, se pensiamo soltanto la parola fuoco, la testa non ci andrà in fiamme. Dunque, la definizione di fuoco, la cui natura è quella di bruciare tutto, non può esserne la realtà. Il fuoco esiste a prescindere dalla sua definizione.”

Pagina 54“Se ricorriamo all’intelletto per trovare una risposta, possiamo ottenere soltanto una risposta parziale o astratta. In definitiva, tutto quel che possiamo dire è che la realtà della vita è così com’è. La realtà della vita del sé è semplicemente vivere la vita così com’è. Il sé non esiste perchè lo penso o perchè non lo penso. In entrambi i casi, questo sé universale e personale è la mia vita. Lo zazen è un modo per mettere autenticamente in pratica questa realtà della vita.”

Pagina 57
“(…) idee e credenze hanno semplicemente un’esistenza concettuale fissata nei nostri pensieri, non sono esperienze di vita non elaborate e vive qui e ora.”

Pagina 58
“La cosa importante è trovare un modo sano di vivere la realtà della vita. Ecco lo scopo di una vera pratica spirituale: non spirito o mente separati dal corpo e dal mondo, ma un modo di vivere autentico. Questo è lo zazen: una pratica del vivere la vivida realtà della vita.”

Dal Capitolo 3 – La realtà dello zazen
Pagina 65“Lo zazen è la forma più concentrata di vita che opera come vita pienamente risvegliata. E’ la pratica che manifesta quella vita in maniera diretta e pura. Dunque, pur essendo facile da spiegare, in realtà questa pratica è la cosa più importante della nostra vita e, al tempo stesso, il compito più impegnativo.”

“Lo zazen è semplicemente il nostro sé totale che fa se stesso da se stesso. Lo zazen fa zazen! Lo zazen è l’atto del gettare via il modo di pensare interessato per cui se si mira a uno scopo deve esserci un bersaglio.”

Pagina 76“L’essenziale è impedire che la vita venga offuscata da pensieri basati sui desideri, considerando invece tutti i pensieri e i desideri come fenomeni che poggiano sul fondamento della vita; lasciarli essere come sono e tuttavia non farsene trascinare. Non si tratta di fare un grande sforzo per non lasciarsi trascinare dai desideri. E’ essenziale solo risvegliarsi e ritornare alla realtà della vita.”

Dal Capitolo 4 – Il mondo della pratica intensiva

Pagina 83“Quando trascendiamo il tempo, o lo dimentichiamo, incontriamo realmente la pura realtà della vita. Per noi il tempo esiste perchè mettiamo a confronto un momento con l’altro, e nel tumulto della percezione sentiamo che esso scorre via velocemente. Quando smettiamo di fare paragoni e ci limitiamo a essere quel sé che non è altro che il sé, riusciamo a trascendere quella velocità o quel termine di paragone che chiamiamo tempo.”

Pagina 87“Il mondo in cui viviamo non esiste indipendentemente dai nostri pensieri e dalle nostre idee. Il mondo, e questi pensieri e idee, ci appaiono come un tutto unico. A seconda dei pensieri e delle idee che nutriamo, il mondo può apparirci sotto aspetti completamente diversi. Pensieri e sentimenti costituiscono la nostra condizione psicologica. E la nostra condizione psicologica è al tempo stesso la nostra condizione fisiologica. Quando nel nostro corpo qualcosa si spezza, la mente perde di chiarezza. E se la mente non è chiara, gli occhi con cui vediamo il mondo e la visione che abbiamo della vita si offuscano. La vita e tutto il mondo assumono un aspetto tetro. Quando però ci sentiamo in buona salute, la mente si illumina e di conseguenza la visione che abbiamo di tutto diventa più luminosa.”

Dal Capitolo 5 – Lo zazen e il vero sé

Pagina 93“Non v’è dubbio che di solito viviamo in un piccolo corpo individuale che chiamiamo ‘io’. Crediamo che questo piccolo corpo individuale sia il nostro sé, immaginando di essere questo o quello, ma il sé come realtà della vita non è soltanto questo corpo individuale. Deve essere qualcosa di più.”

“La realtà della vita del sé esiste al di là dei pensieri di questo individuo, ma al tempo stesso è la forza che funziona di fatto come questo piccolo individuo.”

Pagina 94“La forza vitale che ci permette di pensare in vari modi, e che funziona in ogni individuo, trascende i pensieri di questo piccolo io, e in questo senso è onnipervasiva.”

“(…) ogni forma di esistenza, tutti gli esseri viventi, vivono la forza di un’unica grande vita che tutto pervade.”

“In genere, gli uomini credono di nascere come su un palcoscenico o in un mondo che già esiste, di danzare su quel palcoscenico per un po’ e poi, quando muoiono, di uscire di scena. Ma in realtà, quando nasco, do vita anche al mio mondo! Vivo insieme a quel mondo; pertanto quel mondo forma i contenuti del mio sé. Quando muoio, porto con me quel mondo; ciò significa che il mio mondo muore con me.”

“Voi date vita al vostro mondo, vivete e morite insieme a esso. Questa è la realtà della vita del sé, e manifestare nella realtà il sé che rende il sé un sé è jijuyu zanmai.”

Pagina 95“(…) il jijuyu zanmai è l’unico atto totale del vivere tutta la vita in un modo che la considera preziosissima.”

Paradiso o inferno, amore o odio,ovunque guardo
incontro me stesso.
Considerare la vita preziosa è
appunto vivere con tutta l’intensità
il considerare la vita preziosa.

Pagina 97“Lo zazen in quanto autentico insegnamento mahayana è sempre il sé totale che è semplicemente e autenticamente il sé totale, la vita che è autenticamente vita.”

“Noi tutti abbiamo occhi per vedere, ma se li chiudiamo e diciamo che il mondo è al buio, come possiamo dire di vivere la vera realtà della vita?”

“Tutte le idee sul nostro piccolo sé sono nuvole che annebbiano e offuscano la luce del sé universale. Facendo zazen, abbandoniamo queste idee e apriamo gli occhi alla luce della vita fondamentale del sé universale.”

Pagina 101“(…) la vita realizza la vita attraverso la vita (…)”

“(…) il sé realizza il sé attraverso il sé (…)”

Dal Capitolo 6 – Il mondo del sé si manifesta

Pagina 103“Più alto è il tenore di vita che le persone riescono a raggiungere, più alto è il livello che vogliono raggiungere. Più una nazione riesce a conquistare potere, più cerca di conquistarne. La spirale si perpetua perchè le conoscenze per sviluppare il tenore di vita, che sono la saggezza della nostra moderna civiltà scientifica e tecnologica, nascono dall’insoddisfazione. L’insoddisfazione è la madre dell’invenzione e del progresso. Ecco perchè, a prescindere dal livello di progresso scientifico e tecnologico che sarà possibile raggiungere, la gente non sarà mai soddisfatta. Fino a che percorrerà questa strada, portandosi sulle spalle la sacca dei desideri e dell’insoddisfazione, ogni volta che aprirà quella sacca, fosse pure tra centinaia o migliaia di anni, assieme alle nuove idee tirerà sempre fuori l’insoddisfazione.”

Pagina 106“La vita deve funzionare come attività che manifesta la vita in quanto vita. E attraverso questo tipo di attività, ci si aprirà davanti un mondo illimitato e vivo.”

Pagina 109“(…) non esistono fenomeni sostanziali indipendenti, e cioè nulla esiste di per sé.”

Pagina 111“(…) l’attaccamento al nostro sé come se fosse dotato di sostanza è la fonte dell’avidità, della rabbia, della sofferenza e del conflitto. E’ fondamentale che riflettiamo profondamente sul fatto che il nostro sé non ha esistenza sostanziale; piuttosto, ha un’esistenza interdipendente.”

Pagina 112“(…) anche se ci afferriamo alle nostre idee di essere o di non essere, prendere la Via di Mezzo significa distruggere tutti i concetti che ci siamo costruiti nella mente e, senza fissarsi sulla realtà come qualcosa di particolare, aprire la mano del pensiero, consentendo alla vita di essere vita.”

Pagina 113“Lo zazen permette alla vita di essere vita, lasciandola essere.”

“(…) realizzare la vita è la nostra stessa natura.”

“L’illusione è appunto la visione che ho di me stesso come entità indipendente dotata di sostanza.”

Pagina 114“(…) il pensiero, (…), diventa la base delle distorsioni della nostra esistenza, che impediscono alla vita di manifestarsi in modo diretto, così com’è veramente. (…) il pensiero, in quanto fondamento delle visioni di esistenza e di non esistenza, è deifinito ‘attaccamento dell’io’. L’attaccamento dell’io è il nostro aggrapparci alla ‘sostanza’ e chiamarla io, un io che nella nostra ignoranza abbiamo falsamente costruito nel mondo in costante mutamento dell’interdipendenza.”

“Senza nessuna buona ragione, mossi dall’ignoranza, attacchiamo tronfiamente un’etichetta su questo aggregato, chiamandolo io. Crediamo fermamente che sia il nostro sé e ci aggrappiamo all’io come se esistesse semplicemente nell’ordine naturale delle cose.”

Pagina 117“La pace genuina è come uno specchio terso che riflette semplicemente tutte le immagini così come sono, senza che niente vi rimanga attaccato.”

Dal Capitolo 7 – Vivere completamente svegli
Pagina 120“Non facciamo che discriminare e classificare continuamente tutto, suddividendolo in questo e quello sulla base del pensiero. Abbandonare il pensiero sequenziale, senza collegare un fenomeno all’altro, significa essere prima del pensiero. Significa essere prima della suddivisione delle cose in questo e quello.”

Pagina 121
“(…) il sé qui e ora è l’eternità, la terra intera, tutti gli esseri senzienti.”

“(…) vivere mirando a rappresentare l’unità del presente e dell’eterno.”

Pagina 122“Quando mi prendo cura della mia vita, mi prendo cura del mondo come della mia stessa vita.”

Pagina 123“Pentirsi davvero non significa chiedere scusa; al contrario, richiede di guardare in faccia la vita e lasciare che la luce della realtà assoluta ci illumini.”

Pagina 127“La forza della vita che è sepolta profondamente dentro di voi emergerà soltanto quando vi sarete convinti che state percorrendo l’unica strada possibile.”

Pagina 131“Oggi, buona parte di quelli che vengono definiti adulti lo sono soltanto di nome. Fisicamente crescono e diventano adulti, ma, spiritualmente, troppe persone non raggiungono mai la maturità. Nella vita quotidiana non si comportano da adulti. Il bodhisattva è colui che vede il mondo con occhi adulti e le cui azioni sono gli atti di un vero adulto.”

Pagina 134“La mia vita è in ogni esperienza, vale a dire, ovunque c’è vita.”

“Il passato è già trascorso e non esiste e il futuro non è ancora giunto e dunque anch’esso non esiste. In realtà, esiste solo questo unico momento presente.”

Pagina 135“Qualsiasi cosa ci troviamo di fronte in questo momento è ciò che vive e opera come la nostra vita. Con questo atteggiamento nei confronti della vita non c’è passato nè futuro, e neanche altre persone davanti agli occhi del nostro sé; c’è soltanto il vivere la realtà della vita sempre presente.”

Pagina 136“Passato e futuro esistono come lo scenario riccamente variegato del presente.”

Pagina 137“(…) il fiore della mia vita sboccia quando mi adopero per far sbocciare quel fiore che è il mondo, che sono le persone e le cose che ho davanti. E nello sbocciare dei fiori della mia vita, sbocciano i fiori di tutte le cose. Così, anche il fiore della nostra vita sboccia quando vi adoperate per sbocciare i fiori che ora avete davanti, lì si apre il fiore della vita universale.”

Pagina 139“Diventare adulti non è altro che diventare tutti bodhisattva, lo stato in cui consideriamo ogni persona che incontriamo come un figlio, e scopriamo la passione e la gioia della vita nel prenderci cura di tutti i nostri figli. Quando questo mondo sarà diventato un mondo di bodhisattva adulti in cui ci proteggiamo e ci aiutiamo l’un l’altro, e ci prendiamo cura l’uno dell’altro, allora l’umanità sarà diventata maggiorenne e potremo dire a ragione di aver progredito.”

Dal Capitolo 8 – Colui che cerca la Via
Pagina 147“Qualsiasi cosa la nostra mente discriminante considera preziosa non ha un valore assoluto.”

Pagina 149“Poiché a volte ci distraiamo e dimentichiamo cosa è più importante, dobbiamo praticare e riflettere di continuo su noi stessi. Questo intendo quando dico che lo zazen è la cosa più venerabile della nostra vita.”

Pagina 152“Dobbiamo tenere presente la chiara distinzione fra il sé personale, condizionato, e il sé universale, originario. Il sé personale è quello che in genere consideriamo l’‘io’. Ma se scaviamo appena sotto quel sé individuale condizionato mettiamo a nudo il sé originario universale. Il sé personale cerca sempre di soddisfare i propri desideri; è il cosiddetto sé karmico. Noi esseri umani nasciamo con un cervello e per natura abbiamo la tendenza (o karma) a costruirci nella mente un labirinto di illusioni. Questo è il nostro sé individuale, ma è un grosso errore pensare che si tratti del sé totale. Il sé totale appare quando strappiamo via le illusioni karmiche. E ciò significa ‘aprire la mano del pensiero’. Questo è il sé originario, universale.

“Quando apriamo la mano del pensiero, ciò che è lì, in quel preciso momento, è il nostro volto originario.”

Pagina 153“La nostra vera vita è connessa con ogni cosa. La mente concepisce l’‘io’ soltanto come ‘me’, come qualcosa di indipendente. Ma se apriamo la mano del pensiero, tale idea svanisce e possiamo comprendere l’‘io’ come l’essere una cosa sola con tutto.”

Pagina 157“Questa è la mente che prova compassione per ogni cosa, che penetra in ogni cosa, non per se stessa ma per gli altri. Come sviluppo naturale, dobbiamo trovare il vero significato della nostra vita nel prenderci cura degli altri e nell’impegnare il nostro spirito vitale in quell’atteggiamento e in quello sforzo. Sentire la vita degna di essere vissuta non è lo stesso che provare una continua felicità emotiva.”

Pagina 160“Dovrete aspettarvi di essere schiacciati da circostanze difficili, forse anche per molti anni, ma anche sotto quell’oppressione, non perdete la forza vitale. Se non avete preso quel voto, vi perderete d’animo. Solo se vivete secondo il voto tutto ciò che incontrate, dovunque, in qualsiasi momento e qualsiasi cosa accada, rafforzerà la vostra vita come buddhadharma. Finché avete quel voto per vivere la vostra vita ovunque vi troviate, prima o poi sboccerà la primavera. E allora avrete la forza di crescere. Questa è la forza vitale. Dovete capire profondamente che si tratta di una cosa completamente diversa dall’ambizione egoistica.”

Pagina 161“Potete passare tutta la vita senza far caso a ciò che vi accade intorno, oppure potete vivere con mente consapevole. Vivere alla cieca è del tutto assurdo. La mente della bodhi, o la mente della Via, la mente risvegliata, è quella che vi ricorda continuamente di risvegliarvi in senso reale. Dunque, rendendovi conto che sviluppo e regresso sono vostra esclusiva responsabilità, sforzatevi di praticare e di maturare.”

Pagina 162“Dobbiamo vivere il nostro sé capendo che tutto dipende da noi.”

“Più pratichiamo aprendo la mano del pensiero, più diventa chiaro che ‘sé’ non equivale a ‘pensiero’. Arriviamo a vedere in maniera definitiva che il vero sé non è qualcosa che abbiamo costruito mentalmente. Il vero sé è il sé di ogni cosa, il sé dell’intero mondo del dharma, il sé originario che si manifesta quando abbandoniamo il pensiero.”

Pagina 163“In qualsiasi modo viviate, ciò che fate della vostra vita dipende da voi.”

“Il contadino scadente produce erbacce, il contadino mediocre produce raccolti, il contadino abile produce terreno fertile.”

Pagina 164“Se ci mettete dentro soltanto un piccolo pezzo di carbone, il fuoco si spegnerà subito. Ma se ce ne mettete molti anche piccoli, che ardono un poco, il fuoco divamperà. Allo stesso modo, ognuno di noi deve offrire il contributo della propria piccola mente della bodhi permettendo così al sangha di fiorire.”

Da vecchio
ho la mia pratica.
E’ diversa da quella dei giovani.
Non funziona volgendo lo sguardo all’esterno,
ma solo volgendolo all’interno, a guardare me stesso.
E come le nuvole che scompaiono
nel vasto cielo
anch’io scomparirò in silenzio.

Pagina 165
Questo ‘io’ è il sé dell’intero mondo del dharma
che lo creda o no.
Questo sé dell’intero mondo del dharma
svolge il ruolo della vita nella vita,
e il ruolo della morte nella morte.
La vita è la manifestazione di tutto il proprio sé.
La morte è la manifestazione del proprio sé totale.

Pagina 166“Gli studenti a cui hai insegnato all’inizio, quando avevi la passione ma non la tecnica per educare, sono quelli che sentiranno la tua mancanza.”

Time has told me

(…)

And time will tell you
To stay by my side
To keep on trying’
til there’s no more to hide.

Il tempo ti dirà
di starmi vicino
di continuare a cercare
finché non ci sarà più niente da nascondere.

So leave the ways that are making you be
What you really don’t want to be
Leave the ways that are making you love
What you really don’t want to love.

E allora lascia le strade che ti fanno diventare
quello che non vuoi veramente essere
lascia le strade che ti fanno amare
chi non vuoi veramente amare.

Time has told me
You’re a rare rare find
A troubled cure
For a troubled mind.

Il tempo mi ha detto
che è difficile trovare una come te
una cura tormentata
per una mente piena di problemi.

And time has told me
Not to ask for more
For some day our ocean
Will find its shore.

Il tempo ti dirà
di non chiedermi di più
perchè un giorno il tuo oceano
troverà la sua riva.

Estratto da Time has told meNick Drake tratta da “Five leaves Left” – Island Records (1969)

Risposta (“originale”).

When I was younger, younger than before
I never saw the truth hanging from the door
And now I’m older see it face to face
And now I’m older gotta get up clean the place.

And I was green, greener than the hill
Where the flowers grew and the sun shone still
Now I’m darker than the deepest sea
Just hand me down, give me a place to be.

And I was strong, strong in the sun
I thought I’d see when day is done
Now I’m weaker than the palest blue
Oh, so weak in this need for you.

Place to be Nick Drake tratta da “Pink Moon” – Island Records (1972)

I cento sensi segreti

Estratti da “I cento sensi segreti” di Amy Tan:

Ed. Universale Economica Feltrinelli

Pagina 17“Era una distorta forma di logica alla rovescia: se le speranze non si avverano mai, allora augurati che succeda quello che non desideri.”

Pagina 38“(…) quando sposi una ragazza della Montagna del Cardo, prendi tre vacche per moglie: una che procrea, una che ara, una che porta in giro tua madre. Era così che si insegnava ad una ragazza Hakka. Non si lamentava mai, anche se una roccia precipitava giù dal fianco della montagna e le schiacciava un occhio.”

Pagina 42
“(…) Disse che non ne poteva più della Grande Pace. Quando c’è grande sofferenza, disse, tutti lottano nello stesso modo. Ma quando c’è la pace nessuno vuole essere nello stesso modo. I ricchi non condividono più le loro ricchezze. I meno ricchi provano invidia e rubano. “

Pagina 62“(…) La religione insegna che la fede si prende cura della speranza. Tutte le mie speranze sono svanite, allora a che mi serve più la fede?”

Pagina 66
“(…) Mi ricordai che l’uomo che era tornato dalla Montagna del Cardo aveva detto: “Troppa felicità trabocca sempre in lacrime di dolore.”

Pagina 67
“(…) Il dolce amore non dura, ed è troppo difficile da trovare. Ma l’amore marcio! Ce n’era in abbondanza da riempire quel vuoto. Così lei ci si abituò e questo è quello che ebbe appena lui tornò.”

Pagina 93
“L’amore è ingannevole” lesse con voce tremante. “Non è mai superficiale o quotidiano. Non ti ci puoi mai abituare. Devi camminare con lui, poi lasciare che cammini con te. Non puoi mai fermarti. Ti muove come la marea. Ti porta fuori nel mare, poi ti riporta sulla spiaggia. Il tormentoso dolore di oggi è il principio di un certo cammino verso i cieli. Puoi scappare da lui, ma non puoi mai dire no. Nessuno è escluso.” Simon ripiegò la lettera. “Io ci credo ancora” disse.

Pagina 94
“(…) Alzò lo sguardo verso di me. “Comunque, questo è il motivo per cui ho dovuto dirti tutto, così d’ora in avanti posso essere aperto con te. E così capirai che ho anche questi altri sentimenti, a parte quelli che provo per te, e se non sono sempre lì… be’, tu sai perché.”

Pagina 106
“(…) sono arrivata a credere che il cuore ha una volontà propria, non importa che cosa desideri, non importa quante volte strappi le radici delle tue peggiori paure. Come l’edera, queste ritornano strisciando, afferrando le cavità del tuo cuore, dissanguando le certezze del tuo animo, fino a scivolare lungo le vene e fuori dai pori. Per un’infinità di notti, mi sono svegliata nel buio febbricitante, con la mente che turbinava, spaventata dalla verità.”

Pagina 107
“Come sempre, avrei guardato l’orologio, mi sarei alzata e avrei girato i rubinetti della doccia. Avrei regolato la temperatura e quindi svegliato la mia mente con l’acqua che spruzzava forte sulla pelle. Allora sarei stata contenta di ritornare a quello che era reale e quotidiano, confinato ai sensi normali di cui mi potevo fidare.”

Pagina 110“Delle nostre speranze, dei nostri sogni, dei nostri desideri segreti, non potevamo parlarne. Erano troppo vaghi, troppo spaventosi, troppo importanti. E così rimanevano dentro di noi, crescendo come un cancro, in un corpo che alla fine si sarebbe autodistrutto.”

Pagina 121
“(…) Ma per fingere che tutto andasse bene nel mondo, prima dovevo sapere che cosa andava male.”

Pagina 123“Improvvisamente tutto nella nostra vita sembrava prevedibile, eppure senza senso. Era come mettere al posto giusto tutti i pezzi di un puzzle solo per scoprire che il risultato finale era la riproduzione di un’arte sdolcinata, un grande sforzo che portava a una banale delusione. Certo, per alcuni aspetti eravamo compatibili: sessualmente, intellettualmente, professionalmente. Ma non eravamo speciali, non come persone che veramente appartengono l’una all’altra. Eravamo compagni, non anime gemelle, due persone separate cui capitava di condividere un menu e una vita. Il nostro insieme non era più grande della somma delle nostre parti. Il nostro amore non era predestinato. Era il risultato di un tragico incidente e dello stupido scherzo di uno spirito. Questo era il motivo per cui lui non provava una grande passione per me. Questo era il motivo per cui un lampadario dozzinale andava bene nella nostra vita.”

Pagina 201
“Siamo nati con cuori candidi, pronti a essere impressi da qualunque imitazione dell’amore?”

Pagina 202
“Ricordo i frammenti di conversazione che abbiamo avuto su questo argomento: i sensi sono collegati agli istinti primitivi, quelli che gli esseri umani avevano prima che il loro cervello sviluppasse il linguaggio e le funzioni superiori: l’abilità di parlare in modo ambiguo, di scusarsi, di mentire. Gelo alla spina dorsale e profumi di muschio, pelle d’oca e guance che arrossiscono – questo è il vocabolario dei cento sensi segreti. Credo.”

Pagina 231/232
“La macchina fotografica è un tipo di occhio diverso, un occhio che vede un milione di particelle d’argento sul nero, non i vecchi ricordi del cuore di una persona.”

Pagina 233
“Sii pratica, mi dico. Se le rane mangiano gli insetti e le anatre mangiano le rane e il riso cresce robusto due volte l’anno, perchè interrogare il mondo in cui vivono?”

Pagina 262

“(…) Come un segnale che non sapevamo più parlare tra di noi, e che per proteggere il nostro territorio personale, stavamo perdendo il terreno comune.”

Pagina 263“Ero solita pensare queste cose mentre mi spogliava, prendendomela perchè considerava la nudità uguale all’intimità. Lasciavo che mi accarezzasse dove mi conosceva meglio, che era il mio corpo e non il mio cuore.”
“Ora che il nostro matrimonio è finito, so che cos’è l’amore. E’ un trucco giocato al cervello, le ghiandole dell’adrenalina che liberano endorfine. Inonda le cellule che trasmettono preoccupazione e buon senso, le affoga in una gioia biochimica. Puoi conoscere tutte queste cose sull’amore, l’amore resta tuttavia irresistibile, ingannevole come le braccia fluttuanti di un lungo sonno.”

Pagina 307“Sorrise e fui grata di sapere che una persona innamorata può credere a qualunque cosa fintanto che dà speranza.”

Pagina 328/329“Due anni sono un tempo sufficiente, lo so, per stratificare i ricordi di quello che è stato con quello che avrebbe potuto essere. E questo è giusto, perchè ora credo che la verità non stia nella logica, ma nella speranza, sia passata che futura. Credo che la speranza possa sorprenderti. Può sopravvivere alle circostanze avverse, a tutte le contraddizioni e indubbiamente a ogni spiegazione razionale degli scettici che si basano sulla prova dei fatti.”

Pagina 329/330“Penso che Kwan volesse dimostrarmi che il mondo non è un posto ma l’immensità dell’anima. E che l’anima non è nient’altro che amore, senza limiti, senza fine, che è tutto quello che ci muove verso ciò cheè vero. Una volta pensavo che l’amore non fosse altro che felicità immensa. Ora so che è anche preoccupazione e dolore, speranza e fede.”

“Se le persone che amiamo muoiono, sono perdute solo per i nostri sensi ordinari. Se ricordiamo, possiamo ritrovarli in ogni momento con i nostri cento sensi segreti.”

Oceano Mare

Estratti da “Oceano Mare” di Alessandro Baricco:
Ed. Universale Economica Feltrinelli

Pagina 13
“Il buio sospende tutto. Non c’è nulla che possa, nel buio, diventare vero.”

Pagina 16
“- Edel, c’è un modo di fare degli uomini che non facciano del male?”

Pagina 17
“- E gli uomini?”
Edel sorrise.
“- Se proprio ci devono essere degli uomini, che almeno volino, e lontano.”

Pagine 22/23
“Nella solitudine di questo luogo appartato dal mondo, mi accompagna la certezza che non vorrete, nella lontananza, smarrire il ricordo di colui che Vi ama e che sempre rimarrà il Vostro.”
“Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo. Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. (…) Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
– Ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni – i giorni, gli istanti – che quell’uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo
– Tu sei matto.
E per sempre lo amerà.”

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“Padre Pluche dice che io in realtà dovevo essere una farfalla notturna, ma poi c’è stato un errore, e così sono arrivata qui, ma non è esattamente qui che dovevo posarmi, e così adesso tutto è un po’ difficile, è normale che tutto mi faccia male, devo avere molta pazienza e aspettare, è una cosa complicata, si capisce, trasformare una farfalla in una donna…”

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“(…) una ragazzina troppo fragile per vivere, troppo viva per morire (…)”

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“Ann Deverià la guardò – ma d’uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte – sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta – qualcosa come due cose che si toccano – gli occhi e l’immagine – uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l’unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare – vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere – sola innocenza che potrebbe prevenire le ferite delle cose quando da fuori entrano nel cerchio del nostro sentire – vedere – sentire – perchè sarebbe nulla di più che un meraviglioso stare davanti, noi e le cose, e negli occhi ricevere il mondo tutto – ricevere – senza domande, perfino senza meraviglia – ricevere – solo – ricevere – negli occhi – il mondo.”

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“Poteva succedere qualsiasi cosa, in quell’istante. Davvero ci sono momenti in cui l’onnipresente e logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico, per lasciare che sul palco, sotto le luci di una libertà vertiginosa e improvvisa, una mano invisibile peschi nell’infinito grembo del possibile e tra milioni di cose, una sola ne lasci accadere. “

Pagine 73/74
“Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così… Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E’ lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.”

“Se c’è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. E’ tempo. Tempo che passa. E basta.”

Pagina 84
“Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d’improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell’altro sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. “
“- Madame Deverià… io come farò a riconoscerla, quella donna, la mia, quando la incontrerò? (…)
– Ma in tutti questi anni non ve lo siete mai domandato?
– No. Sapevo che l’avrei riconosciuta, tutto qui. Ma adesso ho paura. Ho paura che non sarò capace di capire. E lei passerà. E io la perderò.”

Pagina 91
“- Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.

Silenzio.
– Che sia troppo tardi, madame.”

Pagina 107

“Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.”

Pagina 110
“(…) E vidi, finalmente, il volto di uno sconfitto. Ora so che anche in bilico sulla morte, le facce degli uomini rimangono menzogne.”

Pagine 112/113

“Io non so. Se avessi una vita davanti a me – io che sto per morire – la passerei a raccontare questa storia, senza smettere mai, mille volte, per capire cosa vuol dire che la verità si concede solo all’orrore, e che per raggiungerla abbiamo dovuto passare da questo inferno, per vederla abbiamo dovuto distruggerci l’un l’altro, per averla abbiamo dovuto diventare belve feroci, per stanarla abbiamo dovuto spezzarci di dolore. E per essere veri abbiamo dovuto morire. Perchè? Perchè le cose diventano vere solo nella morsa della disperazione? Chi ha rigirato il mondo in questo modo, che la verità deve stare nel lato oscuro, e l’incoffessabile palude di un’umanità reietta è l’unica schifosa terra in cui cresce ciò che, solo, non è menzogna? E alla fine: che verità è mai questa, che puzza di cadavere, e cresce nel sangue, si nutre di dolore, e vive dove l’uomo si umilia, e trionfa dove l’uomo marcisce? E’ la verità di chi? E’ una verità per noi? Là sulla riva, in quegli inverni, io immaginavo una verità che era quiete, era grembo, era sollievo, e clemenza, e dolcezza. Era una verità fatta per noi. Che noi aspettava, e su di noi si sarebbe chinata, come una madre ritrovata. Ma qui, nel ventre del mare, ho visto la verità fare il suo nido, meticolosa e perfetta: e quel che ho visto è un uccello rapace, magnifico in volo, e feroce. Io non so. Non era questo che sognavo, d’inverno, quando sognavo questo.”

Pagina 114
“Questo, mi ha insegnato il ventre del mare. Che chi ha visto la verità rimarrà per sempre inconsolabile. E davvero salvato è solo colui che non è mai stato in pericolo.”
“Anche se ritrovassimo mai una qualche terra, noi non saremo mai più salvi. E quel che abbiamo visto rimarrà nei nostri occhi, quel che abbiamo fatto rimarrà nelle nostre mani, quel che abbiamo sentito rimarrà nella nostra anima. E per sempre, noi che abbiamo conosciuto le cose vere, per sempre, noi figli dell’orrore, per sempre, noi reduci dal ventre del mare, per sempre, noi saggi e sapienti, per sempre – saremo inconsolabili.”

Pagina 129
“(…) perchè nessuno possa dimenticare che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi (…)”

Pagina 148
“(…) Un sogno è roba che funziona. Se volete un consiglio, quello è un sistema buono. Per salvare qualcuno, nel caso. Un sogno.”

Pagina 153/154
“(…) Ti ho amato perchè il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce a immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. (…)”

Pagina 154
“E’ un modo di perdere tutto, per tutto trovare.”

“Se riesci a capire tutto questo, mi crederai quando ti dico che mi è impossibile pensare al futuro. Il futuro è un’idea che si è staccata da me. Non è importante. Non significa più nulla. Non ho più occhi per vederlo. Ne parli così spesso, nelle tue lettere. Io faccio fatica a ricordarmi cosa vuol dire. Futuro. Il mio, è già tutto qui, e adesso. Il mio sarà la quiete di un tempo immobile, che collezionerà istanti da posare uno sull’altro, come se fossero uno solo. Da qui alla mia morte, ci sarà quell’istante, e basta.”

Pagina 155
“(…) Lui dice che scrivere a qualcuno è l’unico modo di aspettarlo senza farsi del male. E io ti ho scritto. Tutto quello che ho dentro di me l’ho messo in questa lettera. Lui dice, l’uomo col nome buffo, che tu capirai. Dice che la leggerai, poi uscirai sulla spiaggia e camminando sulla riva del mare ripenserai a tutto, e capirai. Durerà un’ora o un giorno, non importa. Ma alla fine tornerai alla locanda. Lui dice che salirai le scale, aprirai la mia porta e senza dirmi nulla mi prenderai fra le braccia e mi bacerai.”

“Niente potrà rubarmi il ricordo di quando, con tutta me stessa, ero la tua Ann.”

Pagina 175
“(…) Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire. Gratitudine.”

Pagina 200
“Ascoltalo, Savigny. E’ il rumore del mare. Questo rumore e quel peso sulle tue braccia, possano inseguirti per tutta la vita che ti resta.”

AmorevolMente… Shakespeare

Shakespeare da “Non sarà mai ch’io ponga impedimento”
“Amore non muta con le ore e con le settimane, ma dura eterno fino all’estremo giorno del giudizio. Se questo ch’io scrivo è un errore e sarà dimostrato coll’esempio mio, dite pure ch’io non ho mai scritto, né che alcun uomo ha mai amato”.

Forte è chi vince se stesso

Proverbio cinese
Colui che conosce gli altri è sapiente;
colui che conosce se stesso è illuminato;
colui che vince un altro è potente;
colui che vince se stesso è veramente forte.