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| Foto by Frieke Janssens, fotografo e belga |
“Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,39)
Genesi 1, 27-28
27 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
Di queste divine, necessarie e inevitabili “istruzioni per la vita” abbiamo nella maggior parte dei casi compreso e messo in atto soltanto una rivisitazione autoctona, mediocre e circostanziata delle procedure operative relative ad un diverso senso del soggiogare e del dominare. “Ci sfuggono” il vero senso e il contenuto della creazione, il principio originario secondo cui Dio creò l’uomo a sua immagine, la volontà chiara e necessaria di averli creati maschio e femmina… Nell’esercizio della nostra piena libertà, senza nessun particolare merito acquisito in questa vita, ci è stato affidato il più prezioso incarico che esiste a questo mondo e noi lo abbiamo nel tempo, troppo spesso, sciupato e svilito. Abbiamo fatto nostro quel dono immenso che è la procreazione, nelle cause e negli effetti, soggiogandolo e dominandolo secondo la nostra volontà. Abbiamo personalizzato le aspettative e redatto istruzioni alternative; abbiamo scelto di affidarlo alle leggi e agli esseri umani come atto di volontà e non più come naturale conseguenza …che so? dell’amarsi gli uni gli altri ad esempio?; ne abbiamo colorito le funzioni reali, i perché e i di cui; ne abbiamo drammaticamente scambiato l’opportunità con la sensazione del tempo che passa, con la paura di invecchiare, con la cattiva idea della solitudine. Ci fa sentire all’avanguardia l’idea di poter confidare, ad esempio, nella scienza o nella procreazione assistita quanto quella di poter fare affidamento sull’aborto o sulla pillola del giorno dopo. Abbiamo mediocremente affidato ad altri esseri umani, fallaci come ognuno di noi di fronte al più banale inghibbo di una giornata qualunque, la convinzione di poterci fidare di noi stessi, di poter fare a meno di quello stesso Dio che, nel frattempo, continua a guardarci intenerito dai nostri limiti e dalle nostre incapacità …che negli anni abbiamo cercato di superare dando maggiore spazio alla ragione, alla scienza, all’autonomia. Lo abbiamo rimpiazzato e, paradosso dei paradossi, non è più eresia ciò che veramente lo è, ma tutto ciò che oggi ne fa menzione (come i cristiani) o lo rappresenta (come la Chiesa Cattolica) o ce lo ricorda (come gli innumerevoli Santi che ne sono da sempre indiscutibile testimonianza).
Abbiamo scelto di rinunciare a Dio per altri Dei che per assurdo ogni giorno non possiamo neanche scegliere di servire perché ne siamo completamente schiavi dal lavoro ai soldi, dal cellulare alla macchina, dal sesso alla forma fisica, da ciò che gli altri pensano di noi al …voto di scambio?… tanto per tornare a parlare cristianamente di temi che crediamo di comprendere meglio. Per effetto di un mondo del quale crediamo di poter essere padroni, senza ancora essere stati in grado neppure di capirne le origini reali, abbiamo fatto nostre anche le determinazioni più convenienti di diritto civile, umano e sociale; abbiamo tratto vantaggiose e speculari articolazioni di povertà e ricchezza, contribuendo in ogni momento e con ogni gesto alla fame nel mondo…
Viviamo nel 2012, dimenticandoci che abbiamo perfino diviso il tempo di tutta la nostra storia in “prima” e “dopo” Cristo, e sappiamo benissimo che ancora oggi, da sempre, l’unico essere umano davvero famoso in tutto il mondo è Gesù Cristo (e non Silvio Berlusconi o Madonna) eppure siamo ancora qui che diamo retta …alle statistiche di Paglioncelli a Ballarò, ai plastici di Vespa che non riesce mai a cogliere il punto vero e al nuovo idealismo filosofico di Maria De Filippi…
Questo è un tempo, io credo, nel quale tornare con umiltà, gioia e profonda comprensione alla nostra memoria, alle nostre origini, ad una rinnovata comprensione di ciò che davvero siamo e di ciò che davvero dovremmo fare per il nostro bene e, soprattutto, per il bene altrui. I valori universali, in senso assoluto, possono essere la nostra più semplice, grande e migliore espressione di vita vera, di giustizia e di onestà. La nostra missione e i nostri sforzi non dovrebbero essere volti al tentativo di dimostrare di non essere colpevoli di qualcosa, ma alla certezza acquisita che mai nessuno di noi sarà sicuramente in grado di essere Santo, sebbene alla continua ricerca della Santità nei pensieri, nelle parole, nelle opere e nelle azioni.
Giovanni 8, 7
Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei.
Davvero possiamo ambire ad un mondo migliore, ad una nuova Italia o ad un futuro per l’Europa fin a quando penseremo di poter contare solo su noi stessi? Davvero pensiamo che esista un uomo migliore di un altro? In funzione di cosa lo pensiamo? Dell’intelligenza? Della posizione sociale? Della ricchezza materiale? Della presunta onestà? Siamo così sicuri di essere sicuri di cose, persone, contesti, sistemi e metodi che ci hanno già dimostrato di essere universalmente inutili?
“In God we trust” dicono gli americani (che tanto ci piacciono) sul dollaro e in Dio, per questo, ritengono di aver stretto il loro profondo Credo attorno alla propria comunità… eppure la pena di morte è ancora in vigore e i matrimoni gay sono tra le “innovazioni più promosse del momento”. Non so, pensateci. Io credo in quell’unico vero Dio che nel maschio, nella femmina e nel dono della vita (del quale altrettanto poco conosciamo davvero) ha inconfondibilmente espresso una volontà che ci rende meravigliosamente unici, uno per uno e ognuno per l’altro, nel fare con il suo aiuto “cose straordinarie”.
Luca 18, 27
Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio.
Non fatene senza. E’ tutta un’altra vita.


Ci pensavo anch'io, questa mattina, venendo al lavoro. Solo "questo" ci può salvare: il bene e l'amore per il prossimo vale per la nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre aziende e soprattutto nella politica. Non è un mondo "nuovo", è piuttosto un mondo che si svecchia dal marciume.Grazie Giorgia per queste rflessioni che non ti sei tenuta per te :-)
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