L’insieme di attimi impercettibili e momenti unici che dipinge il quadro dell’Esistenza, nel senso più ampio del termine, è ciò che dovrebbe spingere i nostri desideri, intesi come Volontà Soggettiva, a creare una sorta di “istantanea” di ogni singola “ombra” che popola l’universo del quale noi siamo una parte meno che infinitesimale, e del tutto “provvisoria”.
Il “Perimetro Esistenziale” che in sé implode in quel breve e irripetibile momento che chiamiamo, più comunemente, “vita”, rappresenta il “confine” entro il quale ogni “forma viva” tenta di… “fare ordine” per poter sopravvivere al meglio in uno Spazio, limitato temporalmente e dimensionalmente, con tutto ciò di cui pensa… “avrà bisogno”. Proprio la “sensazione del bisogno”, che induce le “forme vive” a circondarsi di “ciò che serve” nel minor tempo possibile e con lo sforzo minore, è l’Elemento che conseguentemente riduce al minimo quello Spazio che, fino a poco tempo prima, sembrando apparentemente “vuoto”, andava …riempito; e proprio l’acquisita consapevolezza di aver “dipinto” il nostro Spazio, con tutto ciò di cui potremmo “sentire di aver bisogno” prima o poi, è il primo Elemento inconscio della nostra ancora mal percepita “regressione Esistenziale”. La cornice rende mentalmente “finito” un quadro nello stesso modo in cui ciò che per noi è pieno, lo è solo quando non è più …vuoto. Nel “vuoto” ci si sente persi e disorientati, mentre nel “pieno” si finisce con l’avere la sensazione di sentirsi stretti e limitati. Eppure entrambe le Dimensioni di “vuoto” e “pieno” esistono nello stesso “Perimetro Esistenziale” che rende “finita” una “forma (solo provvisoriamente) viva”: è il “perimetro” del nostro Spazio la Proprietà che va osservata, non con cosa lo abbiamo temporalmente “riempito” o di cosa lo abbiamo irrimediabilmente “privato”। Io sono sempre Io ed il mio Spazio è sempre quello: cosa “ci metto” o cosa “non mi serve più” dipende solo e unicamente da Me। Tutto ciò che accade indipendentemente dalle Nostre Volontà e dai nostri desideri (il destino, le catastrofi naturali, il caso, le coincidenze, le sorprese, le condizioni climatiche…) accade fuori dal “perimetro” del nostro Spazio, non dentro. Io sono Io se, e Solo se, sono in grado di camminare, anche in equilibrio precario, fino al limite massimo del “perimetro” del Mio Spazio; se sono in grado di dominarlo; se ne comprendo la misura, il limite e le proprietà vitali; se lo dipingo a modo Mio, secondo la Mia Volontà. Se ciò che fa parte di Me si trova nel mio “Perimetro Esistenziale” è nel posto giusto; tutto ciò che non fa parte di Me ha sbagliato “Perimetro” e non deve stare lì.
Sono Io che decido come Voglio Esistere nel mio Spazio: tutto il resto è liberissimo di “succedere fuori da Qui”.