Predicare è bene? Razzolare è meglio.

di Giorgia Petrini

E’ buffo che proprio quando arriva il momento topico di dover fare delle scelte importanti e delicate si abbia la sensazione di non razzolare bene ciò che generalmente si spredicozza ottimamente agli altri tutti i giorni. Alla fine, si è sempre in preda alle vocine del bene e del male “Fallo, fallo”, “No no, non lo fare”. Avete presente, no? Nel nostro vivere di cristiani si chiamerebbe “combattimento spirituale”, anche quando apparentemente ci pare di avere molto chiara la via che abbiamo davanti. E infatti, anche in pieno combattimento, appunto, il dilemma non è mai quello di sapere cosa davvero sia buono o cattivo fare. Questo lo sappiamo bene: è scegliere di fare veramente una cosa oppure no che cambia completamente il nostro razzolare. E in base a che? Se nella storia di Cristo ci fosse stato almeno un terzo angelo mediatore, tra il demonio e lo Spirito Santo, tipo Branduardi, che ne so, o Sante Licheri, sarebbe stato più facile: delegando le scelte all’obbligo o all’imposizione non si scappa, tocca fare come dice il martello di legno! E invece, non solo ci tocca restare appesi per il collo tra la nostra invidiabile saggezza e il desiderio remoto e soggettivo di fare sempre e soltanto (alias preferibilmente) come noi vorremmo, ma siamo perfino condannati – mentre combattiamo con noi stessi – a sapere benissimo di “perdere tempo”, visto che Dio ha già scelto per noi la parte migliore e che noi ogni tanto (spesso e volentieri …ok, quasi sempre…) vorremmo potergli dire di no.

Beh ecco, pensando a questo stamattina mentre guidavo (la macchina per me è sovente tempio di meditazione: prima o poi metterò sul cruscotto una piccola arca dell’alleanza per sentirmi a casa…), mi sono detta: “Ma in fondo questo terzo angelo lo abbiamo!”. Se il problema in questi casi è saper discernere il buono o il cattivo, il brutto o il bello, il male o il bene, noi sappiamo benissimo qual è il nostro giudice supremo, quello che non sbaglia mai, che proprio non scappa una sentenza: è l’amore assoluto. Avete presente, no? L’amore assoluto sarebbe il contrario di quell’atto secondo cui facciamo i figli e poi ci lamentiamo per tutta la vita di non avere mai tempo per noi stessi, in base allo stesso principio per cui ci sposiamo e decidiamo di non avere figli per non togliere tempo a noi stessi. In entrambi i casi, il centro di queste scelte siamo noi. Nel mondo dell’edonismo e dell’emancipazione, nulla che ci prescinda governa più le nostre vite. E’ tutto secondo noi, se noi vogliamo, se ci sta bene, se siamo disposti, se ci sentiamo a nostro agio, se pensiamo che si o se pensiamo che no, sulla base, anche qui, di categorie, principi e norme morali assolutamente soggettivi e proprietari, che mai prima – tra l’altro – sono stati sinonimo di gioia nella nostra esistenza. Se il nostro pensare fosse brevettabile pagheremmo il copyright all’ufficio brevetti per difendere il nostro credo etico e morale, governato da tutti meno che da noi. I dieci comandamenti e la parola di Dio, no! Per carità! Eresia, bacchettonaggine! “Non rubare” non si può! Ma de che, aò? Sei proprio antico che ancora dai retta a Cristo! Ruba, ruba. E infatti…
Allora, stamattina, proprio pensando a questo nel mio tempio mobile a quattro ruote, mi sono detta: “Beh, in fondo, se tutto questo non è secondo me, è come io non vorrei, è come non mi starebbe bene, è come non sarei disposta, è come non sarei a mio agio ed è come penserei un giorno si e uno no, è una …splendida occasione!”. Posso mettere in pratica tutte le pippe che faccio continuamente al prossimo sulla bellezza dell’amore incondizionato, wow! Finalmente una vera chance!

Sto leggendo un libro (storia vera) che ha dell’incredibile e che davvero suggerisco a tutti “Un secolo di saggezza. La lezione di vita di Alice Herz-Sommer. 108 anni di passione e di ottimismo”, in cui una bambina impara a vivere come un’occasione d’amore l’esperienza della deportazione mentre perde tutta la sua famiglia e la morte gli compare davanti in ogni momento. Non ho ancora mai letto in nessuna pagina le parole Dio, Vangelo o Spirito Santo, ma “dono” sì, lo ammetto. Non so se vi conviene comprarlo, potreste essere in pericolo e capire improvvisamente che l’ipod che si è scassato non è esattamente ciò che consumerà la vostra vita di qui a breve. Così, a un certo punto, saltando di panna in miele, ho perso il filo del pensiero: “…Ma, quindi, qual era il mio problema?”. E anche oggi sono arrivata in ufficio col sorriso.

Dal Vangelo di oggi:

Luca 1, 66
“Tutti quelli che le udirono le serbarono nel loro cuore e dicevano: «Che sarà mai questo bambino?», perché la mano del Signore era con lui.”

Alice Herz-Sommer e i suoi 110 anni

2 pensieri riguardo “Predicare è bene? Razzolare è meglio.”

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