Io c’ero.

Io c’ero. E’ anche il titolo di un capitolo del mio secondo libro, di nuovo a caccia di un editore coraggioso in questi giorni. Io c’ero.
Contro ogni tipo di ingiuria e maldicenza politica e comunicativa, da leggerezza di notizie tanto per scrivere qualcosa, ero nella Chiesa delle Sacre Stimmate, che ben conosco e frequento nei miei cammini di fede da qualche anno, qualche sera fa. Ero con Gianluigi De Paolo, e molti altri amici, che altrettanto ben conosco all’evento di OL3 che promuovo liberamente da qualche mese perché ci credo. Ero con Don Fabio Rosini che pure altrettanto conosco bene e con qualche altro centinaio di persone che era lì, spero, come me, per ascoltare qualcosa di nuovo con il cuore, senza interessi personali, soggettivi o “di partito”. Ho sentito parlare di speranza, di fiducia, di fede, di visione del mondo su come poter provare a cambiare le cose, di ciò che davvero conta nella vita, del coinvolgimento dei singoli nelle scelte comuni e di come provare a costruire una nuova strada che sia di redenzione e di vera libertà. Ho sentito parlare di vocazione, di natura e di umanità.  Ho sentito parlare di cose di cui nessuno parla più, di visione antropologica del mondo, di bene e male, di salvezza e perdizione, di passione e gioia, di anima e di cuore. Sullo sfondo, il ricordo e le parole di un Papa Beato e tanto amato da tutti noi – Giovanni Paolo II – era la guida di ogni parola, di ogni pensiero e di ogni opera. Questa è la Chiesa Cattolica che chi non conosce disprezza oltre ogni credo e ostacola in ogni modo. Solo scavalcando la trincea della supponenza, anni fa, ho scoperto che mi sbagliavo, dopo un ravvedimento frutto della mia conversione (largamente operata proprio dal meraviglioso impegno di Don Fabio Rosini) che, oltre ad aver reso la mia vita straordinaria, ha anche ispirato il mio secondo libro, il cui titolo spero resti stavolta quello che ho pensato.
Non ho invece sentito nessun comizio e non ho visto nessuna campagna elettorale. Non ho visto nessuno fare o dire cose “fuori luogo”. Ho visto altro, perché io c’ero. Probabilmente invece non c’era chi, in questi giorni, ha scritto cose tanto per scriverle o si è così ardentemente preoccupato di difendere “la sacralità di un luogo” che non conosce nemmeno da lontano.
Questo è un mondo succube della propria troppa fretta di dover dire le cose per lasciare intendere di avere un’opinione, anche misera e bieca, purché sia. E’ una questione d’identità, di potere, ignavia e avidità. Anche di questo scrivo nel mio secondo libro. E’ un trita carne senza tregua, né rispetto, che solo dal combattimento sanguinoso, anche verbale e disarmato, ricava la propria fonte di (falsa) salvezza e il pane quotidiano dell’ovvietà. Quando la discriminazione diventa un’arma di competizione sleale va bene, se invece si tratta di mettere in crisi la vera natura dell’uomo no.
Non vedo perché andare in cerca di notizie del genere, soprattutto se non siete in grado di comprenderle, con tutto il gossip che avrete sicuramente già a disposizione a ridosso dell’estate.
Se non ho sentito male, Melissa Satta convoglia a nozze. Io sposterei la penna. Così, per dire…

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