La tua storia in un Archivio al Teatro dell’Orologio fino al 17 Febbraio 2013

Ieri sera siamo andati a vedere “L’Archivio” di Claudio Morici al Teatro dell’Orologio a Roma, con Corrado Scalia, Fabio Chi, Nanni Candelari e Beatrice Fazi. Abbiamo optato per un San Valentino diverso dall’ordinario che piuttosto che mungere cuoricini e rose rosse in giro per il centro con il naso in su ha reso ancora una volta protagonista il senso della vita nella perpetua ricerca di un tempo di qualità.
Abbiamo condiviso questa scelta con il tutto esaurito della Sala Grande del teatro e stando svegli fino a tardi per commentare da tutte le angolazioni possibili dell’esistenza il senso più profondo di quello che questo spettacolo ci ha mostrato in presa diretta.
Sorvolo – senza omettere – sugli applausi, sulla bravura degli attori, sulla bellezza del contenuto, sulla semplicità così ricca di dettagli affidati allo stile e alla grazia di poche significative scelte in perfetta armonia tra di loro, per dare maggiore spazio a quello che ho reputato un coraggioso, prezioso e raro tentativo di mettere in scena la parte più critica e criticata della spiritualità umana, la camera oscura che è dentro ognuno di noi e che oggi è spesso regina della nostra esistenza. L’Archivio è una brillante rappresentazione (che alterna la comicità del racconto al panico dello smarrimento esistenziale) di come la nostra volontà, il relativismo e il determinismo abbiano negli ultimi anni sempre più affidato l’uomo a se stesso senza alcuna possibilità di scampo e di come l’auto consistenza della ragione regni spesso sovrana sul discernimento e sulla coscienza collettiva.
In un tempo che “ha redento” gli esseri umani da ogni apparente forma di schiavitù trascendente in nome di una libertà che li rende perennemente schiavi della stima di sé e dell’idolatria più disparata, ho trovato raffinato e leggero il tocco semplice e maestrale di questo piccolo grande gruppo di attori che questo ha trasposto nella metafora del fetore di un archivio sotterraneo, incontrato per caso cercando una via di scampo, durante una fuga da una rapina mal riuscita.
Quando tutto (o quasi) sembrerebbe apparir chiaro alla platea, è il colpo di scena a metà di questo atto unico – fruibile tutto d’un fiato – a ribaltare la vicenda, trasformando la storia qualunque di una banda in fuga nella singola storia di ognuno di noi. Laddove la volontà, la ragione e il puntiglio ci sembrano la necessaria evoluzione naturale dei nostri desideri, che non sempre sono davvero ciò di cui abbiamo realmente bisogno, intervengono lingue estinte e apparenti “visioni fuori controllo” a cercare di mostrarci le cose da una diversa angolazione. La grande “lotta di classe” tra illuministi e illuminati è assegnata come sempre al libero arbitrio e alle molteplici iniziative Altrui che sanno rendere la vita sorprendente anche quando – anzi soprattutto – noi avremmo detto di non averla compresa…
Mi prudono le dita all’idea di tutto ciò che vorrei scrivere su quello che abbiamo visto, che ci ha emozionati e e che ci ha tenuti svegli a parlarne per lungo tempo dopo, ma alimentare la sorpresa è sicuramente miglior dono che sciogliere il fiocco.
Posso certamente scrivere che questo spettacolo è una rara perla di riflessione su questo tempo, su di noi, sulla nostra volontà, sulle nostre scelte, sulle vie della vita e sui binari di una esistenza, come direbbe Pollicino… “mai attraversata dalla metropolitana!”.
L’Archivio è in scena a ROMA, prima di un tour italiano che ha in previsione altre tappe, ancora domani sera alle 21.00 e domenica pomeriggio alle 18.00 presso la Sala Grande del Teatro dell’Orologio in Via de’ Filippini 17/A. Il tutto esaurito delle scorse serate ha reso necessaria una pre-prenotazione telefonica obbligatoria che potete effettuare allo 06.6875550. E’ necessario recarsi poi mezzora prima in teatro per ritirare i biglietti che hanno un costo di 12€ l’uno (+ 2€ a persona per chi non ha la tessera, obbligatoria).
Consigliamo vivamente a tutti di fare di tutto per andare a vederlo… pur col rischio di perdersi nei condotti della fogna che lo ospita… ;-)

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