di Giorgia Petrini
Il 15 Dicembre alle 20.00 in Via Lorenzo Ellero 22 a Roma festeggeremo una speciale anticipazione di questo Natale 2013, ormai sempre più prossimo. Provo a estendere anche a voi. Chiunque voglia può partecipare – previa adesione obbligatoria – che potete inviare anche a me all’indirizzo giorgiapetrini@gmail.com.
Pizza, tombolata e animazione saranno il contorno degli auguri che ci scambieremo con un protagonista speciale, Magic Amor Onlus (quota di adesione, comprensiva di contributo ai progetti dell’associazione = 20 euro per gli adulti e 12 per bambini e ragazzi), promotore di questa iniziativa.
Lascio al loro sito l’onere, più o meno gradito, di raccontarvi “chi sono” per le vie ufficiali. Io vi racconto un’altra storia. E’ la stessa, ma con parole mie.
Ho visto per la prima volta nella mia vita Carla e Nzumbu nella parrocchia vicino casa, tre anni fa. Erano (e lo sono ancora) due persone normali che, riassumendo la loro esperienza in quattro parole dopo la messa, con incredibile umiltà e senza troppi proclami, cercavano qualche anima pia che comprasse i loro calendari (mezzo di sostentamento e raccolta fondi) con un’offerta libera, per finanziare i numerosi (e oggi aggiungerei incredibili) progetti di questa associazione. Come molti, alla fine della messa, ho comprato il calendario e sono tornata a casa. Una cosa mi colpì: la foto di un mese che ritraeva una mamma giovane di colore con 5 figli, tutti albini. Pensai solo che fosse una cosa da non credere, tanto era straordinaria, ma non avevo ancora visto niente…
Per una serie di “non coincidenze”, riprendo contatto con loro solo quest’anno tramite una generica mail dell’associazione che mi invita a partecipare a una passeggiata ai castelli per visitare Palazzo Sforza Cesarini, con successiva serata sul lago non meglio precisata. Obiettivi: raccolta fondi con proiezione delle foto degli ultimi progetti, porchetta e vino rosso per stare in compagnia. Con quel senso di indomabile avventura che ci contraddistingue, anzi ci domina completamente, io e Marco decidiamo di aderire. Scena iniziale, arrivati sul posto: un gruppetto di strani personaggi che, contro ogni previsione, sembravano tutti precipitati lì per caso, attendeva l’arrivo di tutti i partecipanti all’evento (che poco dopo si sarebbero mostrati in circa 18-20 corpi umani, in tutto). Nessuno si presenta, praticamente neanche noi. Si parte, senza chiacchiere aggiunte, a piedi, con una guida giovane che ci spiega passo passo le meraviglie di un posto a noi ignoto. Il tour, composto dal Padre Eterno con grande estro e fantasia, si mostra in tutto il suo splendore e la sua precarietà: un paio di donne non vedenti, un tizio con le stampelle, qualche personaggio dolcemente svampito (solo all’apparenza), alcune persone molto anziane e, su tutto, una grande mitezza, un’aurea di bontà – non intesa per buonismo, ma per buona opera, grande, bella. Ancora un po’ interdetti, ci siamo incamminati. Finisce la visita. Obiettivo successivo: recuperare le auto per andare in questo posto non meglio definito dove, in compagnia di vino rosso e porchetta, avremmo visto le foto delle ultime avventure di Magic Amor al chiaro di luna. Nzumbu, socio fondatore e originario della Repubblica Democratica del Congo, si mette alla guida della sua auto per fare strada e proprio dalla guida di Nzumbu (che blocca il traffico su una rotonda per essersi messo di traverso con la macchina ad aspettare gente che nel frattempo è andata avanti) traiamo una grande domanda esistenziale: “Ma come faranno questi a occuparsi del Congo se non riescono a uscire da una rotonda?”.
Inciso: il Signore sceglie sempre gente che, diversamente da noi, sappia di non saper uscire da una rotonda (vedi Davide e Golia oppure Gedeone). Noi non lo abbiamo ancora capito, ma ci stiamo allenando. E’ per questo che alla fine ci troviamo sempre a fare amicizia con persone straordinarie come queste.
Superato il panico della rotonda, nel giro di 10-15 minuti, alla spericolata velocità di circa 10 Km/h appresso a Nzumbu, con la costante compagnia isterica dei clacson delle 25 macchine di “gente moderna” dietro di noi, arriviamo sul posto: un grande viale alberato, un grande cancello, un citofono, Carla e Nzumbu e, man mano, il resto della truppa. Ci apre, invitandoci a entrare in casa sua (senza averci mai visti prima e senza neanche sapere chi fossimo o come ci chiamassimo), la tesoriera di Magic Amor. Poteva essere un film di Almodovar: protagonista una scatenata, brillante e simpaticissima donnetta anziana, piccola e snodata, a capo delle modeste (ma efficientissime) finanze di un’opera della Provvidenza vera e propria. Tutto intorno, la casa parlava chiaramente. Parlava di umiltà, di devozione, di amore, di solidarietà, di semplicità, di una bellezza dura a morire, quella vera, quella del cuore. Percorriamo un corridoietto stretto e piccolo per qualche metro (che mi ricorda “la porta stretta” del vangelo) e, superando una piccola cucina che nel frattempo lavorava per noi all’odore ruggente di una semplice arrabbiata, arriviamo sul ciglio di un gradino che – letteralmente – ci apre le porte del cielo: un piccolo giardino pensile sul lago.
Lì quella serata continuò al punto da divenire indimenticabile. Tra l’arrabbiata, la luna piena riflessa sul lago e l’esilarante cabaret della tesoriera, in compagnia di persone che non avevamo mai incontrato prima, dalle quali abbiamo scoperto ancora una volta di quanti angeli sia abitata questa Terra, vedevamo scorrere le foto delle grandi opere della Provvidenza, che in Carla e Nzumbu, oggi nostri cari amici, incarna davvero il nostro essere cristiani.
“Tutto posso in colui che mi da forza” (Filippesi 4, 13). E’ proprio vero che le opere di Dio si compiono senza di noi.
Ci vediamo il 15, per chi vorrà.
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