I cento sensi segreti

Estratti da “I cento sensi segreti” di Amy Tan:

Ed. Universale Economica Feltrinelli

Pagina 17“Era una distorta forma di logica alla rovescia: se le speranze non si avverano mai, allora augurati che succeda quello che non desideri.”

Pagina 38“(…) quando sposi una ragazza della Montagna del Cardo, prendi tre vacche per moglie: una che procrea, una che ara, una che porta in giro tua madre. Era così che si insegnava ad una ragazza Hakka. Non si lamentava mai, anche se una roccia precipitava giù dal fianco della montagna e le schiacciava un occhio.”

Pagina 42
“(…) Disse che non ne poteva più della Grande Pace. Quando c’è grande sofferenza, disse, tutti lottano nello stesso modo. Ma quando c’è la pace nessuno vuole essere nello stesso modo. I ricchi non condividono più le loro ricchezze. I meno ricchi provano invidia e rubano. “

Pagina 62“(…) La religione insegna che la fede si prende cura della speranza. Tutte le mie speranze sono svanite, allora a che mi serve più la fede?”

Pagina 66
“(…) Mi ricordai che l’uomo che era tornato dalla Montagna del Cardo aveva detto: “Troppa felicità trabocca sempre in lacrime di dolore.”

Pagina 67
“(…) Il dolce amore non dura, ed è troppo difficile da trovare. Ma l’amore marcio! Ce n’era in abbondanza da riempire quel vuoto. Così lei ci si abituò e questo è quello che ebbe appena lui tornò.”

Pagina 93
“L’amore è ingannevole” lesse con voce tremante. “Non è mai superficiale o quotidiano. Non ti ci puoi mai abituare. Devi camminare con lui, poi lasciare che cammini con te. Non puoi mai fermarti. Ti muove come la marea. Ti porta fuori nel mare, poi ti riporta sulla spiaggia. Il tormentoso dolore di oggi è il principio di un certo cammino verso i cieli. Puoi scappare da lui, ma non puoi mai dire no. Nessuno è escluso.” Simon ripiegò la lettera. “Io ci credo ancora” disse.

Pagina 94
“(…) Alzò lo sguardo verso di me. “Comunque, questo è il motivo per cui ho dovuto dirti tutto, così d’ora in avanti posso essere aperto con te. E così capirai che ho anche questi altri sentimenti, a parte quelli che provo per te, e se non sono sempre lì… be’, tu sai perché.”

Pagina 106
“(…) sono arrivata a credere che il cuore ha una volontà propria, non importa che cosa desideri, non importa quante volte strappi le radici delle tue peggiori paure. Come l’edera, queste ritornano strisciando, afferrando le cavità del tuo cuore, dissanguando le certezze del tuo animo, fino a scivolare lungo le vene e fuori dai pori. Per un’infinità di notti, mi sono svegliata nel buio febbricitante, con la mente che turbinava, spaventata dalla verità.”

Pagina 107
“Come sempre, avrei guardato l’orologio, mi sarei alzata e avrei girato i rubinetti della doccia. Avrei regolato la temperatura e quindi svegliato la mia mente con l’acqua che spruzzava forte sulla pelle. Allora sarei stata contenta di ritornare a quello che era reale e quotidiano, confinato ai sensi normali di cui mi potevo fidare.”

Pagina 110“Delle nostre speranze, dei nostri sogni, dei nostri desideri segreti, non potevamo parlarne. Erano troppo vaghi, troppo spaventosi, troppo importanti. E così rimanevano dentro di noi, crescendo come un cancro, in un corpo che alla fine si sarebbe autodistrutto.”

Pagina 121
“(…) Ma per fingere che tutto andasse bene nel mondo, prima dovevo sapere che cosa andava male.”

Pagina 123“Improvvisamente tutto nella nostra vita sembrava prevedibile, eppure senza senso. Era come mettere al posto giusto tutti i pezzi di un puzzle solo per scoprire che il risultato finale era la riproduzione di un’arte sdolcinata, un grande sforzo che portava a una banale delusione. Certo, per alcuni aspetti eravamo compatibili: sessualmente, intellettualmente, professionalmente. Ma non eravamo speciali, non come persone che veramente appartengono l’una all’altra. Eravamo compagni, non anime gemelle, due persone separate cui capitava di condividere un menu e una vita. Il nostro insieme non era più grande della somma delle nostre parti. Il nostro amore non era predestinato. Era il risultato di un tragico incidente e dello stupido scherzo di uno spirito. Questo era il motivo per cui lui non provava una grande passione per me. Questo era il motivo per cui un lampadario dozzinale andava bene nella nostra vita.”

Pagina 201
“Siamo nati con cuori candidi, pronti a essere impressi da qualunque imitazione dell’amore?”

Pagina 202
“Ricordo i frammenti di conversazione che abbiamo avuto su questo argomento: i sensi sono collegati agli istinti primitivi, quelli che gli esseri umani avevano prima che il loro cervello sviluppasse il linguaggio e le funzioni superiori: l’abilità di parlare in modo ambiguo, di scusarsi, di mentire. Gelo alla spina dorsale e profumi di muschio, pelle d’oca e guance che arrossiscono – questo è il vocabolario dei cento sensi segreti. Credo.”

Pagina 231/232
“La macchina fotografica è un tipo di occhio diverso, un occhio che vede un milione di particelle d’argento sul nero, non i vecchi ricordi del cuore di una persona.”

Pagina 233
“Sii pratica, mi dico. Se le rane mangiano gli insetti e le anatre mangiano le rane e il riso cresce robusto due volte l’anno, perchè interrogare il mondo in cui vivono?”

Pagina 262

“(…) Come un segnale che non sapevamo più parlare tra di noi, e che per proteggere il nostro territorio personale, stavamo perdendo il terreno comune.”

Pagina 263“Ero solita pensare queste cose mentre mi spogliava, prendendomela perchè considerava la nudità uguale all’intimità. Lasciavo che mi accarezzasse dove mi conosceva meglio, che era il mio corpo e non il mio cuore.”
“Ora che il nostro matrimonio è finito, so che cos’è l’amore. E’ un trucco giocato al cervello, le ghiandole dell’adrenalina che liberano endorfine. Inonda le cellule che trasmettono preoccupazione e buon senso, le affoga in una gioia biochimica. Puoi conoscere tutte queste cose sull’amore, l’amore resta tuttavia irresistibile, ingannevole come le braccia fluttuanti di un lungo sonno.”

Pagina 307“Sorrise e fui grata di sapere che una persona innamorata può credere a qualunque cosa fintanto che dà speranza.”

Pagina 328/329“Due anni sono un tempo sufficiente, lo so, per stratificare i ricordi di quello che è stato con quello che avrebbe potuto essere. E questo è giusto, perchè ora credo che la verità non stia nella logica, ma nella speranza, sia passata che futura. Credo che la speranza possa sorprenderti. Può sopravvivere alle circostanze avverse, a tutte le contraddizioni e indubbiamente a ogni spiegazione razionale degli scettici che si basano sulla prova dei fatti.”

Pagina 329/330“Penso che Kwan volesse dimostrarmi che il mondo non è un posto ma l’immensità dell’anima. E che l’anima non è nient’altro che amore, senza limiti, senza fine, che è tutto quello che ci muove verso ciò cheè vero. Una volta pensavo che l’amore non fosse altro che felicità immensa. Ora so che è anche preoccupazione e dolore, speranza e fede.”

“Se le persone che amiamo muoiono, sono perdute solo per i nostri sensi ordinari. Se ricordiamo, possiamo ritrovarli in ogni momento con i nostri cento sensi segreti.”

Gira… Solo…

GiraSolo
fiore di campo incolto,
seme di giallo ocra,
vellutato petalo il volto.

Cresci in un raggio di Sole
per Amare chi da te non vuole.
Assapora il Dolce e cura l’Amaro
per non essere mai ignaro.

Dirama le tue radici dove non volino pernici,
e affonda nella Terra tutto ciò che non è guerra.
Cerca nel tuo polline quello che c’è già
per non essere mai nè una Rosa nè un Lillà.

Tingi il mio prato di verde e di blu,
perch’io sempre possa… Amarti di più.
Cura il tuo stelo senza timori,
per non serbare mai rancori.

Ama la vita, per breve che sia,
ma senza mai buttarla via.
Cresci Grande e non… su un molo,
o mio amato… GiraSolo.

Oceano Mare

Estratti da “Oceano Mare” di Alessandro Baricco:
Ed. Universale Economica Feltrinelli

Pagina 13
“Il buio sospende tutto. Non c’è nulla che possa, nel buio, diventare vero.”

Pagina 16
“- Edel, c’è un modo di fare degli uomini che non facciano del male?”

Pagina 17
“- E gli uomini?”
Edel sorrise.
“- Se proprio ci devono essere degli uomini, che almeno volino, e lontano.”

Pagine 22/23
“Nella solitudine di questo luogo appartato dal mondo, mi accompagna la certezza che non vorrete, nella lontananza, smarrire il ricordo di colui che Vi ama e che sempre rimarrà il Vostro.”
“Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo. Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. (…) Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
– Ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni – i giorni, gli istanti – che quell’uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo
– Tu sei matto.
E per sempre lo amerà.”

Pagina 28
“Padre Pluche dice che io in realtà dovevo essere una farfalla notturna, ma poi c’è stato un errore, e così sono arrivata qui, ma non è esattamente qui che dovevo posarmi, e così adesso tutto è un po’ difficile, è normale che tutto mi faccia male, devo avere molta pazienza e aspettare, è una cosa complicata, si capisce, trasformare una farfalla in una donna…”

Pagina 29
“(…) una ragazzina troppo fragile per vivere, troppo viva per morire (…)”

Pagina 37/38
“Ann Deverià la guardò – ma d’uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte – sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta – qualcosa come due cose che si toccano – gli occhi e l’immagine – uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l’unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare – vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere – sola innocenza che potrebbe prevenire le ferite delle cose quando da fuori entrano nel cerchio del nostro sentire – vedere – sentire – perchè sarebbe nulla di più che un meraviglioso stare davanti, noi e le cose, e negli occhi ricevere il mondo tutto – ricevere – senza domande, perfino senza meraviglia – ricevere – solo – ricevere – negli occhi – il mondo.”

Pagina 47
“Poteva succedere qualsiasi cosa, in quell’istante. Davvero ci sono momenti in cui l’onnipresente e logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico, per lasciare che sul palco, sotto le luci di una libertà vertiginosa e improvvisa, una mano invisibile peschi nell’infinito grembo del possibile e tra milioni di cose, una sola ne lasci accadere. “

Pagine 73/74
“Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così… Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E’ lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.”

“Se c’è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. E’ tempo. Tempo che passa. E basta.”

Pagina 84
“Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d’improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell’altro sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. “
“- Madame Deverià… io come farò a riconoscerla, quella donna, la mia, quando la incontrerò? (…)
– Ma in tutti questi anni non ve lo siete mai domandato?
– No. Sapevo che l’avrei riconosciuta, tutto qui. Ma adesso ho paura. Ho paura che non sarò capace di capire. E lei passerà. E io la perderò.”

Pagina 91
“- Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.

Silenzio.
– Che sia troppo tardi, madame.”

Pagina 107

“Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.”

Pagina 110
“(…) E vidi, finalmente, il volto di uno sconfitto. Ora so che anche in bilico sulla morte, le facce degli uomini rimangono menzogne.”

Pagine 112/113

“Io non so. Se avessi una vita davanti a me – io che sto per morire – la passerei a raccontare questa storia, senza smettere mai, mille volte, per capire cosa vuol dire che la verità si concede solo all’orrore, e che per raggiungerla abbiamo dovuto passare da questo inferno, per vederla abbiamo dovuto distruggerci l’un l’altro, per averla abbiamo dovuto diventare belve feroci, per stanarla abbiamo dovuto spezzarci di dolore. E per essere veri abbiamo dovuto morire. Perchè? Perchè le cose diventano vere solo nella morsa della disperazione? Chi ha rigirato il mondo in questo modo, che la verità deve stare nel lato oscuro, e l’incoffessabile palude di un’umanità reietta è l’unica schifosa terra in cui cresce ciò che, solo, non è menzogna? E alla fine: che verità è mai questa, che puzza di cadavere, e cresce nel sangue, si nutre di dolore, e vive dove l’uomo si umilia, e trionfa dove l’uomo marcisce? E’ la verità di chi? E’ una verità per noi? Là sulla riva, in quegli inverni, io immaginavo una verità che era quiete, era grembo, era sollievo, e clemenza, e dolcezza. Era una verità fatta per noi. Che noi aspettava, e su di noi si sarebbe chinata, come una madre ritrovata. Ma qui, nel ventre del mare, ho visto la verità fare il suo nido, meticolosa e perfetta: e quel che ho visto è un uccello rapace, magnifico in volo, e feroce. Io non so. Non era questo che sognavo, d’inverno, quando sognavo questo.”

Pagina 114
“Questo, mi ha insegnato il ventre del mare. Che chi ha visto la verità rimarrà per sempre inconsolabile. E davvero salvato è solo colui che non è mai stato in pericolo.”
“Anche se ritrovassimo mai una qualche terra, noi non saremo mai più salvi. E quel che abbiamo visto rimarrà nei nostri occhi, quel che abbiamo fatto rimarrà nelle nostre mani, quel che abbiamo sentito rimarrà nella nostra anima. E per sempre, noi che abbiamo conosciuto le cose vere, per sempre, noi figli dell’orrore, per sempre, noi reduci dal ventre del mare, per sempre, noi saggi e sapienti, per sempre – saremo inconsolabili.”

Pagina 129
“(…) perchè nessuno possa dimenticare che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi (…)”

Pagina 148
“(…) Un sogno è roba che funziona. Se volete un consiglio, quello è un sistema buono. Per salvare qualcuno, nel caso. Un sogno.”

Pagina 153/154
“(…) Ti ho amato perchè il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce a immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. (…)”

Pagina 154
“E’ un modo di perdere tutto, per tutto trovare.”

“Se riesci a capire tutto questo, mi crederai quando ti dico che mi è impossibile pensare al futuro. Il futuro è un’idea che si è staccata da me. Non è importante. Non significa più nulla. Non ho più occhi per vederlo. Ne parli così spesso, nelle tue lettere. Io faccio fatica a ricordarmi cosa vuol dire. Futuro. Il mio, è già tutto qui, e adesso. Il mio sarà la quiete di un tempo immobile, che collezionerà istanti da posare uno sull’altro, come se fossero uno solo. Da qui alla mia morte, ci sarà quell’istante, e basta.”

Pagina 155
“(…) Lui dice che scrivere a qualcuno è l’unico modo di aspettarlo senza farsi del male. E io ti ho scritto. Tutto quello che ho dentro di me l’ho messo in questa lettera. Lui dice, l’uomo col nome buffo, che tu capirai. Dice che la leggerai, poi uscirai sulla spiaggia e camminando sulla riva del mare ripenserai a tutto, e capirai. Durerà un’ora o un giorno, non importa. Ma alla fine tornerai alla locanda. Lui dice che salirai le scale, aprirai la mia porta e senza dirmi nulla mi prenderai fra le braccia e mi bacerai.”

“Niente potrà rubarmi il ricordo di quando, con tutta me stessa, ero la tua Ann.”

Pagina 175
“(…) Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire. Gratitudine.”

Pagina 200
“Ascoltalo, Savigny. E’ il rumore del mare. Questo rumore e quel peso sulle tue braccia, possano inseguirti per tutta la vita che ti resta.”

Immaginaria redenzione

Vedo sciogliersi dal vento, per soffiare più lontano,
illusorie sillabe di immaginaria redenzione,
coscienze rinnegate e pudori dispersi.

Maestri dal perduto genio vogano verso l’infinito,
remando contro vento sull’onda di una via smarrita.
Credenze popolari e leggende inorridite dal tempo riscrivono la storia
che imprime la tragica farsa teatrale del mondo.

Altri volti, altri nomi, altre sfere,
ampolle di torbidi destini,
incidono con fervida immaginazione
le vie per l’immaginaria redenzione.

E tutti si incamminano, tutti cercano, tutti trovano nullaltro
che un solo tragitto, vano e disperso,
per poter approdare all’isola del Vero.

Non sanno cosa cercano, ma sanno cosa troveranno:
nulla più di quello che mai saranno in grado di Essere.
Se stessi.