Oggi è la festa della donna. Avrei volentieri scritto “un elogio al sesso maschile” perché come molti sanno, trovo questa “festa” un nefando e buffo giorno nel quale le donne sperano di potersi sentire migliori e di riscattare le proprie pene ancora ostaggio del ’68 odorando un mazzetto di mimose comprato alla modica cifra di un rametto mezzo secco a 5€. E invece divergo, ma non troppo…Il termine “divertente”, dal latino divertĕre, sta per “volgere altrove”… “Brava Mara, questo libro è molto divertente” continuava a ripetere la giornalista dell’Unità (della quale – mi scuso – ma non ricordo il nome) che moderava il dibattito di ieri sera a Roma. Eravamo alla libreria ARION di Palazzo delle Esposizioni. Siamo arrivati sudati e di corsa catapultandoci a tempo record in metro dall’Eur e cavalcando velocemente a piedi i sampietrini sdrucciolevoli per la pioggia del centro di Roma per un paio di chilometri a piedi…
“Ma chi andiamo a sentire?” Mi domando mentre camminiamo… “Una ex tennista che dopo un incidente sul campo ha interrotto una carriera sportiva brillante e dalla propria esperienza ha intrapreso un cammino di fede… Si, ecco. Mi pare che più o meno è qualcosa del genere…”. Sarà che il tennis tira meno di altri sport; sarà che del tennis che seguivo quello femminile mi sembrava meno interessante; sarà che ero abbagliata dalle magie di Guillermo mago Coria, Rafael Nadal o Roger Federer (che confermavano continuamente la mia teoria in merito al fatto che le donne sono le prime a non sponsorizzare mai se stesse, ovvero sono in parte causa del proprio mal, come dice il proverbio); sarà questo o sarà quello… sta di fatto che io la super campionessa di tennis Mara Santangelo non la conoscevo proprio. Non ne avevo mai sentito parlare e, anche dopo averne preso atto, non è che l’abbia vista diversamente. Tutto sommato a me della tennista incidentata non me ne poteva fregar di meno, in senso buono. Si, mi sentivo vicina al senso di forza e coraggio che chi trova la fede può esprimere da un episodio drammatico come questo; capivo il senso estremo di una sconfitta che in realtà per noi rappresenta una vittoria; immaginavo – vagamente – il dolore e l’importantissima testimonianza di queste armi della luce e della strada sulla quale il Signore sta conducendo le proprie risposte a questo tempo così duro e difficile per tante persone che per molto meno perdono la speranza o addirittura la voglia di vivere, ma in fondo in fondo non immaginavo di incontrarla nel suo più profondo e vero significato…
Al di la del libro che ho comprato, leggerò e regalerò sicuramente a tanti (“Non so se il libro sia bello o brutto” ha detto Mara a un certo punto), avevo davanti una giovane donna che a 31 anni ne aveva già vissuti 60 da raccontare, aveva già fatto tanti conti con la gioia e col dolore, aveva già avuto il tempo di imprecare contro Dio e poi di convertirsi diventandone una perfetta testimone, era pronta a ricominciare tutto da capo ancora una volta e un’altra e un’altra. Avevo davanti una donna di 31 anni che oggi non si risparmia in tutto ciò che di se stessa può donare agli altri, che ha già trovato il coraggio e l’umiltà di condannarsi per molte cose per le quali è anche già riuscita a perdonarsi, che è li – davanti a noi seduti in seconda fila sui nostri grandi limiti – che sorride al suo passato di campionessa e si racconta con fede e gioia anche a chi – in prima fila – prova con poco successo a dire che “la favola di Dio serve a chi ne ha bisogno”, il che rende tutto ancor più vero…
Avevo davanti molto più di questo e una giornalista che continuava a ripetere che “Questo libro è molto divertente”, che “Non dovevamo dimenticare che Mara era stata una grande campionessa”, che “Non dovevamo pensare ‘cose strane’ perché Mara era una ragazza molto terrena”. Precisazioni inutili, parole piccole e scialbe di fronte a una gloria che si racconta da sé, che basta guardarla a chi sa osservare.
Ero senza parole. In alcuni momenti penso di essermi sentita perfino troppo piccola e troppo inutile. Sono momenti nei quali la forza di Dio – che solo chi non conosce disprezza – si manifesta attraverso le sue indomabili leve, i suoi strumenti di luce e i suoi testimoni viventi nella sua amorevole capacità di saperci ridimensionare sempre, per il nostro bene e per quello degli altri. Non perde mai una occasione per darci modo di capire che abbiamo sempre modo di poter spendere gratis e continuamente all’infinito la nostra migliore chance nella fede e nell’amore.Verso la fine di questo incontro (che noi abbiamo vissuto come una grande grazia), nel quale Mara Santangelo ha saputo incrociare con un colpo di fulmine e senza sforzo le “orecchie” di chi ascoltava col cuore, ho pensato ancora una volta al nostro Papa – Benedetto XVI – Emerito che tanto ci ha messo in guardia dalla dittatura del relativismo che sempre più va delineandosi nel mondo e al suo successore che sarà protagonista di tempi molto duri. “Abbiamo parlato di tante cose e ci sarebbe ancora molto da dire, ma indipendentemente dagli argomenti, vi garantisco che questo libro è davvero divertente”. Ecco, appunto: gli argomenti non sono mai indipendenti da ciò che accade, da chi ascolta e tanto meno dal proprio contenuto. Non è tutto uguale nella vita, anche per chi non lo ammette, e questo libro non diverge affatto, non “volge altrove”. Si sente, si tocca, si vive, prima di leggerlo, prima di aprirlo, prima di comprarlo, guardando negli occhi questa donna di 31 anni, una “campionessa del cuore” che quasi non aveva neanche bisogno di parlare…
“Lasciare il tennis è stata dura.L’infortunio che mi ha tenuto per sempre lontana dalle vittorie e dai campi da gioco mi ha costretto a combattere la partita più difficile della mia vita. Non è un punto, non è un game, non è un set, non è un match. E’ il cammino della fede che, all’improvviso, dopo tanto cercare, mi ha illuminato l’anima a Medjugorie conducendomi dove non immaginavo di poter arrivare”.
Te lo prometto, di Mara Santangelo.
0.000000
0.000000
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati