di Redazione
Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 1642 – Londra, 1727).
Filosofo naturale, scopritore della legge di gravitazione universale, dedicò gran parte della sua vita allo studio della Bibbia, e compose svariati commenti dei testi sacri. “Gli eredi di Newton – scrive Roberto Timossi nel suo libro Dio e la scienza moderna – si limitarono a conservare in una grande cassapanca quegli strani manoscritti. Samuel Horsley – scrupoloso curatore dell’opera omnia newtoniana (1779-1785) – appena li ebbe sotto gli occhi (…) li ripose nella cassa sbattendo il coperchio e raccomandando ai proprietari di non farli vedere a nessuno (…) Questi atteggiamenti degli studiosi e scienziati che esaminarono le opere teologiche di Newton risentivano della mentalità empiristica e positivistica allora dominante, la quale tendeva a contrapporre radicalmente la scienza alla metafisica e alla teologia”. Nel suo Scholium generale, libro terzo, Philosophiae naturalis Principia Matematica, scriveva: “Questa elegantissima compagine del Sole, dei pianeti e delle comete non poté nascere senza il disegno e la potenza di un Ente intelligente e potente (…) Tale Ente regge il tutto, non come anima del mondo, ma come Signore dell’universo. E a causa del suo dominio suole essere chiamato Signore Dio, Pantokrator (…) Dio è il sommo ente, eterno, infinito assolutamente perfetto”.
Fonte: “Scienziati, dunque credenti” (Francesco Agnoli), Edizioni Cantagalli.