di Redazione
Le recenti encicliche di Benedetto XVI (“Deus caritas est” e” Caritas in veritate”) hanno riproposto all’attenzione generale i temi della dottrina sociale della Chiesa e attorno ad essa si è sviluppato un prolungato dibattito culturale, sociale ed economico.
Eppure, nonostante tutto questo, all’interno della stessa Chiesa, nelle parrocchie, in molte diocesi prevale un diffuso disinteresse per questi argomenti.
Nelle parrocchie appare marginale la pastorale sociale e a maggior ragione l’approfondimento della dottrina sociale. Si tende a privilegiare la promozione di interventi concreti per far fronte alle continue emergenze sociali, rispetto all’animazione culturale e formativa.
Come del resto è di recente avvenuto anche nelle nostre comunità attorno alla penosa vicenda dell’accoglienza agli emigrati; vicenda che ha visto le parrocchie operare concretamente, a fronte del totale disinteresse delle istituzioni pubbliche preposte.
Ciò ovviamente non toglie l’esigenza di cogliere e di approfondire i nessi e le logiche che stanno alla radice di queste azioni.
Ma che cos’è la Dottrina sociale della Chiesa?
Sono i principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione da cui partire per promuovere un umanesimo integrale e solidale, affinché i cristiani, si rendano capaci di interpretare la realtà di oggi e di cercare appropriate vie per l’azione, nel rapporto con la natura e la società, per conseguire il bene comune (Lett. Enciclica: “Sollecitudo rei socialis”).
I profondi processi di cambiamento sia sul piano internazionale, la globalizzazione e la crisi degli Stati nazionali, sia sul piano nazionale, l’innovazione nelle relazioni industriali e sociali e nei processi di produzione, hanno indotto il mondo dei “laici” ad interrogare la Chiesa rispetto a questi problemi e a cercare nella dottrina sociale possibili risposte su cui confrontarsi.
Questo piccolo spazio vuole essere un modesto tentativo per stimolare una “scoperta” e per mettere in moto una riflessione.
Sui temi del principio di solidarietà, del lavoro e della dignità del lavoratore, dell’equa remunerazione e distribuzione del reddito, sul libero mercato, sulle opportunità e i rischi della globalizzazione, sul sistema finanziario internazionale e su tanti altri ancora si potrà “scoprire” che la dottrina sociale ha posizioni estremamente interessanti e avanzate, tali da stimolare la curiosità e la riflessione del credente, ma anche del non credente.
Tutta la riflessione, che impronta la Dottrina sociale della Chiesa, muove dalla duplice consapevolezza della sua unitarietà sul piano dei principi e dei valori, ma che è nel contempo aperta ad applicazioni plurali.
Essa vuole orientare l’uomo moderno, secondo gli esiti del Concilio, verso una nuova e consapevole moralità, professionalità e socialità, e, di conseguenza, verso la spiritualità.
Per la Dottrina sociale della Chiesa la spiritualità costituisce, infatti, il fondamento dell’operatività.
La Dottrina sociale è della Chiesa, ma la sua realizzazione è affidata ai cattolici impegnati nella storia. Consente di cogliere il legame tra Vangelo e storia, di partecipare in maniera libera e consapevole alla storia “alla luce del Vangelo”.
E’ stata concepita per essere un lievito e come tale non può stare separata dalla farina della vita quotidiana.
Un obbiettivo che impegna soprattutto i giovani, chiamati a costruire un futuro imperniato sul bene comune e sostenuto da solide fondamenta.