Venerdì, Sabato e Domenica, tra indigestioni e rare compagnie, c’è da aspettarsi il solito cugino che non sapevi di avere o lo zio anziano che ti fa il necrologio dei morti viventi. Conosce il becchino, è sicuro. Sono tutti morti! :-/
Il più bel regalo mediatico intanto l’ho avuto dalla Rai che un paio di sere fa ha mandato in prima serata il mitico “Alvin Superstar”, che sballo: 3 scoiattoli che ballano e cantano in tour in giro per il mondo tra chi li impagina tutte le volte in copertina e chi si strappa i capelli per loro. Classico esempio di come creatività e innovazione possano diventare un connubio virtuale fenomenoscenicamente assurdo ma figo, mooolto figo!
Sono quasi le 16.00 e, come molti altri, anche io sono ancora in ufficio, pur avendo cassato quasi tutti i miei obiettivi di oggi: regali fatti a tempo di record e all’ultimo minuto; pane a volontà; macchina lontano e diluvio nero ancora in pompa magna; qualche amico e amica sfuggiti agli auguri in viva voce, ma ci si perdona prima ancora di chiedersi scusa a vicenda; insomma, sono quasi pronta per andare a casa a godermi una “famiglia ristretta” e numericamente sotto tono. Mamma (passata dai pennelli alla bigiotteria francese a 56 anni, brava, fiera e per me sempre bellissima), papà (passato dalla giovinezza all’infanzia per lo sbigottimento di tutti noi) e Giulia, detta Giuls, ma detta anche Lapo, come il fratello di John. In tutte le famiglie ce n’è uno e anche noi abbiamo il nostro, è lei! :-)
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Alvin Superstar |
Siamo 3 scoiattoli anche noi insomma, nonni finiti, zii e zie pochi e lontani, nessun nipote in vista e tanta strada da fare per capirsi. Una vita intera trascorsa tra quello che ognuno fa, ha fatto, avrebbe voluto fare, ancora farebbe o farà… una vita che a Natale ignora di saper essere continuamente messa in discussione pur sapendo che è nella sua natura.
Chi si stanca di chiedersi cosa farà da grande o quanto è felice di essere arrivato all’ennesimo albero addobbato, accendendo questa sera la sua luce più serena, dimentica che la vita è un dono del quale non si è mai padroni pienamente e fino in fondo. Dimentica che l’essere umano ha il solo dovere di viverla nel tentativo di dare il meglio di sè, per sè ma anche per gli altri.