di Andrea Piccolo
Su blog e social network si è parlato molto della proposta di legge detta anti omofobia che, salvo imprevisti, sarà discussa alla camera venerdì. Per i quotidiani e la stampa ufficiale, invece, pare che la proposta di legge non esista nemmeno. Uno degli aspetti più dibattuti è che sembra trattarsi del primo passo verso l’approvazione dei matrimoni omosessuali, poiché condannando anche la semplice diffusione di idee ritenute discriminanti, manifestare contro una eventuale legge sui matrimoni o le adozioni gay potrebbe comportare l’arresto fino a 18 mesi.
Esiste certamente una differenza tra discriminazione ed espressione di idee non condivise da tutti. Il fatto che una legge su cui gravi il sospetto di violare la libertà di pensiero possa essere presentata alla camera, senza che ci siano stati pubblici dibattiti e confronti tra politici delle diverse fazioni, mi ha incuriosito. Mi ha anche insospettito: ogni tanto ai parlamentari piace approfittare del clima rilassato estivo per fare approvare di straforo qualche legge scottante.
Il testo della legge può essere consultato QUI. Lascio ai giuristi le spiegazioni tecniche, non è il mio ruolo e ritengo che il prof. Mauro Ronco abbia saputo esporre molto bene, nel suo articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana, i motivi per cui, dal punto di vista del diritto, si tratti di una legge inutile.
Ma dalla lettura del testo nascono anche altre riflessioni sul senso e, vorrei dire, sul buonsenso della legge. Salta subito all’occhio, ad esempio, la definizione del nuovo concetto di identità sessuale. Per carità, l’identità sessuale è un’espressione che ha già un significato, sul quale potremmo essere quasi tutti d’accordo dicendo che si tratti del sesso come determinato dai cromosomi. Ma si sa che le leggi non possono accontentarsi di un approssimativo “siamo quasi tutti d’accordo che”. Se la legge deve valere per tutti, è giusto definire i termini in modo univoco per tutti. Così la proposta di legge esordisce testualmente:
Art. 1. (Definizioni relative all’identità sessuale).
1. Ai fini della legge penale, si intende per:
a) «identità sessuale»: l’insieme, l’interazione o ciascuna delle seguenti componenti: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale;
b) «identità di genere»: la percezione che una persona ha di sé come uomo o donna, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico;
c) «ruolo di genere»: qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse all’essere uomo o donna;
d) «orientamento sessuale»: l’attrazione emotiva o sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso, di sesso opposto o di entrambi i sessi.
A questo punto i più arguti avranno già notato che se la legge voleva fugare gli equivoci, il proverbiale asino più che cascare è stramazzato al suolo folgorato. Non è tanto questione degli elementi che si vuole compongano l’identità sessuale: cromosomi, come io mi sento e come io mi atteggio. Da un proponente sostenitore delle lobby GLBT denota una certa coerenza. Ciò che veramente sorprende è che oltre a non spiegare bene quale debba essere il mix di componenti, infatti l’espressione “l’insieme, l’interazione o ciascuna” non chiarisce se possano coesistere o si tratti piuttosto di un “o” che li rende mutuamente esclusivi, neppure viene fornito un qualche criterio per discriminare quindi, a meno che debba essere il giudice a stabilire l’’identità sessuale interrogando il soggetto su come si sente e valutando come si atteggia, l’identità sessuale può essere valutata solo da sé stessi al proprio riguardo.
Ma questo non risolve ancora: identità determinata quando? Entro la maggiore età? Una volta per tutte? Posso cambiare idea ogni giorno o magari più volte al giorno? Il fatto che l’identità sessuale possa cambiare nel tempo prospetta interessanti scenari in sede di giudizio: “Imputato, lei è accusato di atti discriminatori omofobi avendo apostrofato il signor x, gay dichiarato, di vestire come una prostituita” “Vostro onore, il giorno dell’episodio contestato il signor x si sentiva femmina, per cui il fatto non sussiste”.
Significativo poi che l’identità sessuale sia definita esclusivamente nell’ambito della legge penale. Definirla tout court avrebbe portato a situazioni oggettivamente paradossali e ingestibili. Ad esempio non sarebbe più stata necessaria una legge per i matrimoni gay in quanto ad oggi possono sposarsi solo un uomo e una donna, ma cambiando il modo in cui li si definisce e identifica basterebbe presentarsi uno in tight e l’altro in abito bianco per poter essere sposati. Oppure si potrebbe sfruttare la nuova opportunità per snellire l’iter di separazione: se una mattina sposandomi mi sento donna, il mio matrimonio è ipso facto nullo, non sono mai stato sposato e risparmio in anni e avvocati per avere la sentenza di divorzio.
Oggettivamente e da un punto di vista logico, questa formulazione dell’identità sessuale viola il principio di non contraddizione anche se ristretta al solo ambito penale; evidentemente serve a raggiungere uno scopo difficilmente raggiungibile per via argomentativa. I movimenti gay si risentono perché la dottrina Cristiana insegna che l’omosessualità è un disordine intrinseco. Il modo in cui scrivono le leggi sembrerebbe una prova a carico.
Nonostante l’incredibile assurdità di ciò che enuncia, sono abbastanza convinto che la proposta sarà votata dal nostro parlamento e diventerà legge dello stato. Convinto da una considerazione probabilistica: la proposta di legge ha 216 firmatari, nostri deputati, che per la maggioranza devono aver apposto la firma limitandosi a leggere la premessa del testo (in caso contrario avrebbero notato qualche incongruenza nella definizione di identità sessuale, giusto?), e una tale ammucchiata alla sottoscrizione non promette nulla di buono per quel che concerne la capacità di utilizzare il cervello.
Paradossalmente, questa legge che vuole combattere la discriminazione sessuale, una volta approvata, proprio perché limitata all’ambito penale resterà fortemente discriminatoria: PD, SEL e altri partiti si troveranno infatti con una significativa rappresentanza di identità sessuali femminili, senza riuscire a soddisfare le quote rosa.
Fonte: http://costanzamiriano.com/2013/07/22/omofobia-irrazionale/
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