Se anche il gatto potesse dire la sua su Costanza Miriano…

di Giorgia Petrini

Costanza Miriano è una femmina, detto meglio, sarebbe a dire una donna. Su questo siamo tutti d’accordo, non tanto perché ne siamo capaci, quanto perché la natura stessa (questa bastarda impositiva retrograda classista medievale) ci priva di avere un’opinione in tal senso. E’ una femmina e ci si sente pure. Tana libera tutti. Questo si che è un guaio oggi che puoi sentirti anche ciò che, nella realtà, non sei.

Pare che, sempre Costanza Miriano, sia felicemente sposata (con un uomo) e pare che abbia anche quattro figli (tutti loro, tutti voluti, tutti nati). Forse, già qui, non siamo più proprio tutti tutti d’accordo: solo per fare qualche esempio, c’è chi proclama che l’utero è mio e me lo gestisco io, chi alza un grido alla libertà di scelta su qualunque cosa (che oggi supera l’anarchia pura) o chi confonde il matrimonio tra un uomo e una donna con un diritto di forma, stile e contenuto, accessibile a tutti (come il Formaggino Mio nella minestra… che poi se non è bollente nemmeno si scioglie e ti rimane tutto appiccicato sul cucchiaio).

C’è perfino chi dice che, sempre lei, sia una donna intelligente, simpatica, brillante, brava e che scriva libri che vanno a ruba (oggi neanche più solo in Italia), tanto che Amazon ha inventato il drone per consegnarli più rapidamente in tutto il mondo (io dovrei essere a quota 10-11, più o meno, ancora a piedi sotto casa…). Anche qui, sento un brusio di sottofondo: intelligente a chi?, simpatica ma dove?, brillante manco l’acqua, brava ma de che, libri… quali libri? Eccoli: uno e due. A dirla tutta, siamo più allineati sul drone di Amazon, che nel giro di qualche mese riempirà le nostre case di stronzate – tipo la tazza che scalda l’acqua con la presa usb da attaccare all’Ipod – che… sul senso della vita. Ormai è così, in tanti ci avevano avvertito: tanta gente si vivrà addosso. Profezia avverata. Tanta gente trascina con sé i pensieri degli altri, opinioni posticce, provvisorie, approssimative, superficiali, addirittura becere, proprio in questi giorni, su tante questioni importanti della vita di tutti noi, cose che ci riguardano nel vivo, nella nostra storia, nella nostra più profonda e vera esistenza. Diciamocela tutta: meglio la tazza con l’usb e tutto il resto in trallallero piuttosto che un matrimonio con quattro figli, dai. Il massimo della devozione con impegno variegato alla quale siamo stati abituati dagli anni ’80 in poi sono i concorsi di bellezza per cani e gatti (previa certezza sulla coccardina blu del primo posto: Mr. Macho Micio). Che se i gatti potessero parlare…!

La più grossa di tutte però è che sempre Costanza Miriano (ormai abbiamo capito di chi si parla in questo post, no?) è cattolica. E qui, apriti cielo. Ancora prima di narrar di Dio, mica ora faremo che è normale ciò che lo è e che la natura ha un senso? Nooo. Facciamo che è bello ciò che piace, che si parla male anche di quello che non si sa e che si nega a priori tutto ciò che – anche fosse solo un’impressione, e del contenuto chi se ne frega – non fa “i tempi”, questi tempi, la modernità. Hai presente quel progresso che fa del tuo cervello uno sciacquone automatico per il quale passano tutte le esigenze che non hai e la lenta gogna di una nuova generazione di lobotomizzati? Probabilmente no, perché oggi condividere su Facebook il pensiero di un altro è più facile che averne di propri.

Grazie a Dio, che della brava Costanza si prenderà una particolare cura in queste feste, visto che in tanti si prega per lei, chi la pensa “da questo lato della ghirlanda” di Natale, per usare striscioni tanto in voga che piacciono più agli avanguardisti che ai processionieri, ha “il diritto” di accettare la realtà per quella che è e di non partecipare a una mostra felina se non sono ammessi in gara esseri viventi di altra specie.

La cosa che più impressiona è che, in questo tempo, per delle assurde, insensate e soggettive interpretazioni della realtà ci si strappano le vesti, mentre per le verità più ovvie, uguali ed evidenti in tutto il mondo perfino ai sassi, ci si eleva a Creatori di un universo che alla prima alluvione (disarmante per sua natura) mette tutti in crisi. Ci ricordiamo, anche non volendo, di essere ciò che siamo veramente solo quando è a rischio la nostra incolumità, la pellaccia direbbe Montesano: solo la vita e la morte ci rendono “uguali”; solo nei nostri indiscutibili limiti siamo ciò che siamo, in realtà.

Costanza può stare tranquilla perché sa che siamo già nella vita eterna e qui tutti i minuti sono buoni per rinunciare al falso diritto di essere diversi da ciò che Dio ha pensato per noi…

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