La recentissima storia di una donna convertita e guarita a Medjugorie pochi mesi fa. Gigliola Canadian si racconta su questo blog e dice: “I veri mali che oggi affliggono l’umanità sono l’orgoglio e l’indifferenza”.
di Gigliola Canadian, 29 Novembre 2014
Mi chiamo Gigliola Candian sono nata in un paese del Veneziano precisamente a Fossò. E vivo tuttora a Fossò. Ho 48 anni. In giovane età ho praticato il nuoto a livello agonistico e il mio forte era il dorso. Quando sono cresciuta ho fatto l’insegnante di nuoto.
Sono stata moglie e madre. Moglie lo sono stata per 18 anni, e sono 8 anni che sono divorziata. La mia malattia mi ha fatto prendere questa decisione importante di separarmi. Sono madre di due bellissimi ragazzi. Ho un figlio di 24 anni e una figlia di 21. Ho sempre lavorato dall’età di 19 anni, dopo gli studi di accompagnatrice turistica. Da prima ho lavorato in una ditta di calzature e abiti in pelle. Ero addetta allo smistamento e contatti con l’estero visto che parlavo le lingue. Mi facevano fare anche l’indossatrice. A vent’anni sono stata con mia mamma in ufficio dell’azienda di mio papà. A 22 mi sono sposata continuando a lavorare per l’azienda di mio papà oltre che tenere la contabilità per l’azienda di autotrasporti di mio marito. A 34 anni sono stata titolare di una cartoleria, edicola, tabaccheria e a 38 mi sono ammalata di sclerosi multipla.
Mi hanno diagnosticato la malattia l’8 ottobre 2004. E’ stata una bomba a ciel sereno. Tutto e’ iniziato ad agosto del 2004. Ho cominciato a zoppicare. Ma non davo molta importanza alla cosa e visto che avevo un negozio, ho continuato ad andare a lavorare. A settembre, andando a casa dal lavoro, il mio piede destro premeva l’acceleratore a scatti e lì mi sono preoccupata e sono andata dal dottore che mi ha mandato d’urgenza all’ospedale. Mi hanno ricoverato e dopo 15 gg di ospedale, la notizia. Una bomba. Sono rimasta a casa subito dal lavoro, ma ho dovuto mettere in vendita il negozio con grande dispiacere. Mi piaceva stare a contatto con le persone. Le amavo e loro amavano me.
Dopo circa un mese ho superato la cosa con la forza di volontà e girando per ospedali in cerca di una soluzione alla mia malattia, ho visto giovani colpiti da sclerosi multipla alle mani, alla parola e ho detto: io sono stata fortunata, almeno a me ha colpito solo le gambe. In quel momento ho detto: io barcollo ma non mollo!
Ogni malato di sclerosi multipla vive la propria malattia a modo suo. Come ogni malato vive il suo stato a modo suo. Dire cosa pensa o in cosa crede è soggettivo.
Dalla sclerosi multipla non si guarisce, si può arrestare in qualche caso, ma la fine è la carrozzina. Io ho tanti amici ammalati di sclerosi multipla: se non si ha la forza di reagire, si crede che sia una punizione e si pensa che la vita sia finita.
A Medjugorie sono andata nel febbraio 2011 quando i miei zii mi hanno proposto un viaggio. Loro pensavano già alla mia guarigione, ma io non sapevo cosa fosse Medjugorie, non conoscevo la storia e non sapevo dov’era.
Io credevo che esistesse un’entità superiore, ma non credevo alla chiesa, ai preti e alle istituzioni. Da Medjugorie sono tornata a casa convertita. Ho cominciato a credere e a pregare.
A Medjugorie non dovevo neanche esserci questa volta, perché il 13 settembre i miei amici si sono sposati. Un anno prima mi avevano invitato e io mi ero comperata il vestito… Beh, il 13 settembre loro si sono sposati e io il 13 sono stata guarita. Con me c’erano tante persone e anche mia figlia. Ho fatto un atto di fiducia e Gesù mi ha preso per mano e io ho cominciato a camminare. E’ stata davvero una cosa grande e meravigliosa.
Le autorità non le ho ancora sentite. Comunque saranno caute a descrivere l’accaduto ed è giusto che sia così. A gennaio ho degli esami strumentali da fare e poi comincerò a rivolgermi ai dottori. Per ora sto facendo fisioterapia per riattivare la muscolatura che per colpa della carrozzina e di una caduta dove ho fratturato la terza vertebra sacrale, non esisteva più.
La cosa che è cambiata è che ora cammino e non uso la carrozzina. Sto facendo fisioterapia per rinforzare la muscolatura e poter così essere totalmente autosufficiente. Ora dipendo ancora dagli altri e anche se non uso la carrozzina devo sempre avere degli aiuti. Io ero, sono e sarò quella di sempre. Serena, paziente, in pace con me stessa e con gli altri. Amica di tutti.
Ora ho una grande responsabilità e testimonio ciò che ho ricevuto.
Prego sempre per gli altri, come ho sempre fatto, prego per i bambini mai nati, per i bambini che vivono nella violenza, per tutti i bambini. Prego per le famiglie, per gli ammalati, per i non credenti e per i sacerdoti. Alla Madonna chiedo -come ho sempre fatto- che ci tenga sotto il suo manto e che ci faccia arrivare a Suo Figlio Gesù. Comunque, io ringrazio sempre Maria che mi è madre. Lei è la mia mamma celeste, come lo è per tutti. Apriamo il nostro cuore e la sentiremo vicina a noi.
I mali che oggi affliggono l’umanità intera sono l’orgoglio e l’indifferenza. Se non ci fosse l’orgoglio, non ci sarebbero le guerre e non parlo solo delle guerre che si fanno con le armi, parlo delle guerre che ci sono nelle famiglie, con il vicino di casa. Parliamo tanto e critichiamo. Siamo sempre pronti a puntare il dito. Ma se pensassimo che puntando un dito ne abbiamo tre rivolti verso di noi, le cose cambierebbero. Guardiamo sempre la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non ci accorgiamo della trave che abbiamo nel nostro occhio.
A un malato di sclerosi dico di non mollare mai, di abbracciare la propria condizione, la propria croce e di chiedere di aver la forza per affrontare il calvario cui è e sarà sottoposto. Il Signore non fa dispetti e non da mai croci più grandi di quelle che siamo in grado di portare. Bisogna fidarsi di ciò che il cuore dice.
Il consiglio per tutti è: credete e chiedete. Vi sarà dato. I tempi di Dio non sono i nostri. Parlate con Lui come se fosse il Vostro amico del cuore. Pregate Maria che Lei vi ascolterà e farà arrivare le vostre preghiere a suo figlio Gesù. Le preghiere di una Madre non saranno mai negate.
Non piangetevi addosso, anzi date coraggio agli altri, vi sentirete migliori e pieni di forza, quella forza che vi porterà al Padre.
Che Dio vi benedica.
Con affetto,
Gigliola
