I cittadini si impegnino a far diventare Roma un’opera d’arte.

Di Lucio Perotta ⋅ 20 MAGGIO 2013

Classe ’75, Giorgia Petrini è un’imprenditrice nata a Foligno e cresciuta a Roma. Autrice del libro “L’Italia che innova“, ha curato per il Sole24Ore una rubrica periodica su storie di talento, innovazione e creatività.
Petrini è presente su Facebook e cura un blog di successo.

Giorgia Petrini, come mai ha accettato il ruolo di garante delle candidature della lista civica Cittadini per Roma?
Impegnarsi gratuitamente e liberamente per la propria città è sempre un segno di civiltà, devozione e civismo che non perdo mai l’occasione di cogliere. Farlo poi con la speranza di dare un contributo potenziale, utile e sincero, alla scelta di una piccola parte della nuova classe dirigente romana, mi sembrava anche un modo per passare il testimone a chi davvero ha voglia di impegnarsi e ha le qualità per farlo. Per altro, trovo doveroso accogliere con fiducia la richiesta di un sindaco che con questo gesto – credo – abbia dato valore, peso e credito a un’opinione che lo prescinde, aprendosi così a nuove possibilità di confronto con la gente. Ho accettato in particolare la proposta di fare da garante della lista civica Cittadini per Roma della quale Gianluigi De Palo – attuale assessore alla famiglia – è il candidato capolista di queste elezioni comunali. E’ una persona che ammiro con gioia, perché si sta facendo portavoce di tanti temi che condividiamo insieme anche in alcuni percorsi di vita importanti.

Quale profilo è emerso dalla selezione dei candidati?
Abbiamo visto un po’ di tutto, sia come livello o esperienza che come età. I candidati definitivi sono stati scelti sulla base di un metodo condiviso che ci consentisse, in tempi brevi, di ottenere il miglior “risultato scientifico” partendo dalle proposte che avevamo. Sicuramente sono stati pochi i giovani e le donne ai quali, anche io personalmente, nei miei ambiti e contesti, ho cercato di dare uno stimolo importante alla partecipazione, ma debbo dire con poco successo, il che, come dico spesso, mi fa pensare sempre a quanta voglia si abbia di criticare e condannare tutto e tutti e a quanta di meno se ne cerchi quando si ha la possibilità di dare un contributo concreto e di rendersi protagonisti di un cambiamento.

Pochi giovani e poche donne: come mai secondo lei?
Sicuramente avrà influito anche la grande frammentazione, proposta dalle numerose liste “in concorso”, e la presenza di tanti nuovi attori attraverso i quali, in molti casi, si sta verificando una prevedibile corsa al potere senza un reale interesse di rendersi utili a qualcosa. L’eredità e l’esempio dato dalla nostra politica negli ultimi anni non ha certamente spinto le persone brave e oneste a volersi immolare a salvatori della Patria…

Che voto dà ai 5 anni di gestione Alemanno della città di Roma?
Più che dare un voto, vorrei che la gente iniziasse a distinguere il bene dal male, la verità dalle menzogne e l’essere umano dal supereroe. Roma è una città che presenta una serie di complessità infinite. Un sindaco che la conosce e che l’ha amministrata per 5 anni, in quanto a sapienza e conoscenza del territorio, delle criticità, dei pregi e dei difetti, è scientificamente in vantaggio. Partiamo da questo. Detto che nella vita si può sempre fare di più e meglio, direi anche che – come sempre – prima di dare voti bisognerebbe interrogarsi e guardare alle proprie qualità, anche di cittadini, con molta umiltà. Roma è, a mio avviso, la capitale più importante d’Europa per mille motivi. Il problema non dovrebbe essere quello di dare un voto “all’Alemanno del caso” che la amministra, ma di mettere insieme una classe dirigente il cui risultato complessivo sia quello di far si che il suo primo cittadino, chiunque esso sia, possa meritare un 10.

Giorgia PetriniIn che modo un sindaco può prendere un “dieci”?
Questa città ha bisogno di essere gestita in modo straordinario e di tornare a dare valore a un senso di bellezza, pienezza e comunità che, negli ultimi 5 anni soprattutto, è andato perdendosi sempre di più. La gestione di una città grande, complessa e importante come Roma dovrebbe essere sempre un’opera d’arte e l’impegno di tutti, cittadini compresi, dovrebbe essere sempre parte del bene comune da condividere e praticare continuamente, in ogni ambito della nostra vita di tutti i giorni. Invece, io vedo in giro tanta fretta di scaricare colpe sul primo che passa e di prendersi anche i meriti che non si hanno…

Mi dica le prime tre cose che il prossimo sindaco deve fare per la città.
Le prime tre cose che gli stanno più a cuore rispetto alla percezione che ha dei bisogni più diffusi e del bene comune. E’ un metodo infallibile, se applicato in verità e con giustizia. La fretta e l’urgenza sono mediamente cattive consigliere.

Lei è una giovane imprenditrice: che attenzione andrebbe prestata al futuro dei giovani in politica?
Ai giovani credo vada data la stessa attenzione che gli stessi giovani prestano alle opportunità che gli vengono offerte quando se ne presenta l’occasione. Non credo che il problema dei giovani sia sempre quello di non essere presi in considerazione dagli altri. Questa posizione è diventata un manifesto e non la ritengo affatto veritiera per tutti; lo è sicuramente per molti, ma non per tutti. I molti alla fine trovano una strada, i tutti spesso rimangono incastrati in tante incertezze della vita per le quali cercano un colpevole qualunque, fino alla fine. Non sono considerati anche in molti altri casi e questo è un momento in cui non è proprio vero che la responsabilità sia, come per le donne, solo di chi non gli offre un’occasione. Rappresentano certamente una speranza, una opportunità e una risorsa. In questo senso meritano certamente tutta l’attenzione del mondo, ma è chiaro che non basta ed è altrettanto chiaro che il problema di un Paese non è confinabile ad uno dei tanti aspetti che lo riguardano.

Tratto da RomaItalia Lab
http://www.romaitalialab.it/giorgia-petrini-i-cittadini-si-impegnino-a-far-diventare-roma-unopera-darte/

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