Che bel mondo sarebbe, davvero.

di Giorgia Petrini

Matteo 9, 5

Infatti che cos’è più facile, dire: “I tuoi peccati sono perdonati” o dire: “Àlzati e cammina”?

Certo che Gesù doveva avere una gran pazienza, altro che miracoli! In un tempo in cui non si crede più neanche alle cose possibili, l’impossibile diventa un miraggio per pochi fedelissimi, gente esperta della materia. E’ sempre così, ancora oggi. Si è sempre in cerca del paralitico che si alzi e che cammini. Poi, quando c’è, per tutti sarà stato un caso, ovviamente… ma nel frattempo perdonare mai, o quasi. Piuttosto, meglio morire: ti cancello dagli amici di Facebook! Come se la cosa mi consentisse di farti sparire dalla faccia della Terra.

Giorni fa parlavo con un vecchio amico non credente che, accanitosi con affetto da tempo sulla mia conversione, mi diceva che “da quando il cristianesimo ha inventato il perdono, a tutti è concesso di fare tutto”. Brutta storia quella del perdono, eh? Tosta proprio, soprattutto se la si parafraseggia così, con la morbida lena di quel tempo libero in cui si cerca di parlar d’altro, senza mai essere troppo precisi. Il perdono è roba seria. Sono certa di non aver ancora avuto un’occasione abbastanza tosta per poterlo sperimentare in prima persona, ma è di certo l’attitudine più dura alla quale siamo chiamati da cristiani. La vera domanda che mi faccio, quando penso al perdono, è se saprei perdonare un pedofilo che rovina l’infanzia di mio figlio, un marito che mi tradisce, l’assassino di mio padre o uno sconosciuto che mi mette in cinta dopo uno stupro… Mamma mia, scene da piangere solo a pensarci, ma del resto si sa: perdonare il perdonabile son buoni tutti. Gesù ha perdonato i suoi assassini mentre lo uccidevano, ma Maria? Cosa avrà pensato la madre che l’ha messo al mondo, sapendo da subito che l’avrebbe visto morire? Senza dubbio, per me è più facile dire: “Àlzati e cammina” che non dire: “I tuoi peccati sono perdonati”. Alla fine un miracolo ci scappa sempre: troppi ne ho visti in questa vita! Ma di gente che sappia perdonare, forse come nemmeno io so se saprei fare, non ne ricordo proprio, a parte questo uomo qui che, pur potendone fare a meno con un “gioco di prestigio”, si è fatto ammazzare lo stesso: “il re dei Giudei”, praticamente un innocente al quale nessuno ha mai chiesto scusa.

Le posizioni più gettonate che sento in giro, infatti, in genere sono di due tipi: “forse ti perdono, ma prima mi devi chiedere scusa” oppure “io non perdono, dimentico”. Certo che quando penso alla Divina Misericordia (che è cosa ben più seria “dell’invenzione del perdono”) mi si alzano tutte le asticelle di quella sana ambizione che vola verso il più alto desiderio di santità: solo per poter essere un giorno come Gesù, spero e prego di essere pronta nel giorno in cui questa prova arriverà, qualunque essa sia. Essere perdonati è ben poca cosa rispetto alla nostra speranza di imparare a perdonare sempre, e sempre di più. Pensa che meraviglia sarebbe! Che bel mondo sarebbe questo se invece di andare in cerca di un miracolo al giorno che risolva i nostri problemi, sapessimo perdonare gli altri, oltre che cercare di farci perdonare all’occorrenza. Conosceremmo altre vie, sapremmo essere solidali e rispettosi, amorevoli e misericordiosi, sereni e fraterni, giusti e onesti. Sapremmo essere dei Santi. Che bel mondo sarebbe, davvero.

1 commento su “Che bel mondo sarebbe, davvero.”

  1. In fondo hai ragione, ma c’è da superare tanta, tanta, troppa ipocrisia, magari con un pò di onestà che non guasta mai.
    Spesso mi riesce difficile distinguere il “perdonatore” dal “perdonato” :)

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