“…ora io seggo sotto le stelle,
ognuna propone una sua risolutiva risposta,
così cambia con esse la sorte,
così ogni amore al suo modo fiorisce”
Estratto dalle poesie d’amore di Claudio Palmegiani: “Come frammenti di meteore”
Archivio mensile:gennaio 2007
Jo Library 2006
“Ossa nel deserto” di Sergio Gonzales Rodriguez
Tostissimo reportage, fin troppo dettagliato, della cruda realtà della vita delle donne in una delle aree geografiche del Messico abbandonata da Dio. Un esempio terribile di come la corruzione, la mafia, la violenza e le disparità sociali, note in tutto il resto del mondo, riescano sempre e comunque ad averla vinta, anche quando c’è chi decide, come Sergio Rodriguez, di rendere pubblica una questione sporca, pur sapendo che tra la gente che potrebbe contribuire a migliorare il corso della vicenda nessuno sarà mai disposto a farlo: per i troppi interessi in gioco, per mancanza di armi, per corruzione, per implicazione diretta… per altri cento “buoni motivi” che fanno si che sia meglio continuare a riesumare cadaveri di donne sconosciute ogni giorno, piuttosto che rischiare di vedere sepolto il proprio.
E’ un libro duro, che richiede uno stomaco addestrato, e non facile da leggere (io l’ho letto in più riprese e poco alla volta), ma è anche una piccola finestra aperta su uno di quei mondi di cui non si parla mai, perchè non si può o non si deve…
Io l’ho comprato alla mostra di Roma, al Chiostro del Bramante, ma è in vendita in tutte le librerie. Uno sguardo toccante ad uno Warhol quasi profeta, tanto amato e tanto odiato, riletto in chiave umana e cristiana: interessante, ben scritto, accurato e dettagliato, anche fotograficamente; forse un po’ troppo …nostalgico nella forma e nell’insieme, ma ne vale decisamente la pena, indipendentemente dal fatto che siate o meno dei fans di Andy.
“L’Anatomista” di Federico Andahazi
Divertentissimo: ricco di metafore impronunciabili per il periodo storico in cui è ambientato, in pieno 1500. A tratti, alla storia bizzarra di un anatomista che scopre il bello delle donne quasi per caso, si avvicina una piccola vena di preziosa malinconia nell’incapacità del protagonista di risolvere a pieno il mistero che per tutto il tempo gli costa una vita di persecuzioni…
* “Scritto sul corpo” di Jeanette Winterson
* “Cecità” di Josè Saramago
Magico: bravissima scrittrice lei, bellissima la storia e spledida l’ambientazione e il periodo storico nel quale calare una storia emotivamente troppo intensa. E’ un libro che rileggerei centinaia di volte…
Il Perimetro Esistenziale
L’insieme di attimi impercettibili e momenti unici che dipinge il quadro dell’Esistenza, nel senso più ampio del termine, è ciò che dovrebbe spingere i nostri desideri, intesi come Volontà Soggettiva, a creare una sorta di “istantanea” di ogni singola “ombra” che popola l’universo del quale noi siamo una parte meno che infinitesimale, e del tutto “provvisoria”.
Il “Perimetro Esistenziale” che in sé implode in quel breve e irripetibile momento che chiamiamo, più comunemente, “vita”, rappresenta il “confine” entro il quale ogni “forma viva” tenta di… “fare ordine” per poter sopravvivere al meglio in uno Spazio, limitato temporalmente e dimensionalmente, con tutto ciò di cui pensa… “avrà bisogno”. Proprio la “sensazione del bisogno”, che induce le “forme vive” a circondarsi di “ciò che serve” nel minor tempo possibile e con lo sforzo minore, è l’Elemento che conseguentemente riduce al minimo quello Spazio che, fino a poco tempo prima, sembrando apparentemente “vuoto”, andava …riempito; e proprio l’acquisita consapevolezza di aver “dipinto” il nostro Spazio, con tutto ciò di cui potremmo “sentire di aver bisogno” prima o poi, è il primo Elemento inconscio della nostra ancora mal percepita “regressione Esistenziale”. La cornice rende mentalmente “finito” un quadro nello stesso modo in cui ciò che per noi è pieno, lo è solo quando non è più …vuoto. Nel “vuoto” ci si sente persi e disorientati, mentre nel “pieno” si finisce con l’avere la sensazione di sentirsi stretti e limitati. Eppure entrambe le Dimensioni di “vuoto” e “pieno” esistono nello stesso “Perimetro Esistenziale” che rende “finita” una “forma (solo provvisoriamente) viva”: è il “perimetro” del nostro Spazio la Proprietà che va osservata, non con cosa lo abbiamo temporalmente “riempito” o di cosa lo abbiamo irrimediabilmente “privato”। Io sono sempre Io ed il mio Spazio è sempre quello: cosa “ci metto” o cosa “non mi serve più” dipende solo e unicamente da Me। Tutto ciò che accade indipendentemente dalle Nostre Volontà e dai nostri desideri (il destino, le catastrofi naturali, il caso, le coincidenze, le sorprese, le condizioni climatiche…) accade fuori dal “perimetro” del nostro Spazio, non dentro. Io sono Io se, e Solo se, sono in grado di camminare, anche in equilibrio precario, fino al limite massimo del “perimetro” del Mio Spazio; se sono in grado di dominarlo; se ne comprendo la misura, il limite e le proprietà vitali; se lo dipingo a modo Mio, secondo la Mia Volontà. Se ciò che fa parte di Me si trova nel mio “Perimetro Esistenziale” è nel posto giusto; tutto ciò che non fa parte di Me ha sbagliato “Perimetro” e non deve stare lì.
Sono Io che decido come Voglio Esistere nel mio Spazio: tutto il resto è liberissimo di “succedere fuori da Qui”.
Conversando …"del più e del meno"
Come vanno le cose?
Quali cose?
Come quali cose?
Le solite: il lavoro, la vita, l’amore, la famiglia, la stanchezza, la noia, gli amici che rompono, le piattole che ti si appiccicano addosso… quelle cose, come vanno?
Aaaaahhh… quelle? Quelle bene, benissimo!
Mi fa piacere, e le altre cose?
Quali altre cose?
Come quali altre cose?
Le altre: tu, il mondo, quello che ancora non sai della vita, quello non scoprirai mai, l’emisfero nascosto degli altri tuoi volti, le tue sette vite come i gatti… quelle atre cose, come vanno?
Aaaaahhh… quelle? Non bene quelle, decisamente male direi!
E perchè?
Perchè… embhè, che vuoi, mica tutte le cose possono andare bene! Fanno a turno…
A turno?
Si, a turno…
E adesso a chi sta la mano? A quelle cose o alle altre?
A chi sta la mano? A quelle cose credo…
E come mai non alle altre?
Perchè… embhè, che vuoi, i turni sono turni… una volta a me, una volta a te, una volta a quelle cose e una volta alle altre cose…
Ma il giro del turno è orario o antiorario?
Orario credo… anche perchè scusa ma… hai mai visto un orologio girare al contrario?
In effetti no, strano…
Ecco appunto, infatti vorrei sapere chi ha inventato il termine “antiorario”…
Magari la stessa persona che ha inventato l’orologio… può essere, no?
Dici? Ma che senso avrebbe se poi gli orologi li ha fatti solo di un tipo… che girano tutti nello stesso verso…?
Forse è solo morto prima di costruire quelli a verso contrario…
Secondo me no
Secondo me si.
E allora?
E allora che?
E allora che ne parliamo a fare se tu la pensi in un modo e io la penso in un altro?
Quale altro?
Come quale altro? L’altro modo…
Aaaahhhhh… l’altro modo certo! Non quello…
Quale quello?
Quello che non è l’altro.
Quale altro?
Quello di prima…
Aaahh, si certo, quello di prima, giusto.
Stammi bene e saluta tutti, mi raccomando.
Si, anche tu.
Anche io cosa?
Stammi bene e saluta tutti.
Si certo, anche tu.
Io te lo avevo già detto prima.
Prima quando?
Prima che me lo dicessi tu.
Che cosa avrei detto io?
Di starti bene e salutarti tutti.
Io?
Si, tu.
Ma guarda questo, manderebbe in galera un innocente…
Quale questo?
Tu.
Io?
Si tu.
Ma se hai appena detto questo! Questo chi?
Tu.
Io?
Si tu…
Se nessuno li interrompe, continuano per ore…
2Be Accord 2Me
2Be Accord 2Me
1 Essere sicuri di sè
2 Essere indipendenti, vivere di “luce” propria
3 Sapersi vestire, saper parlare, saper pensare, saper Essere
4 Essere propositivi, sorprendenti e inaspettati
5 Capire se stessi, non me
6 Avere polso, ma anche cuore
7 Amare la vita
8 Avere una coscienza che non ponga limiti al fato
9 Pensare prima di esprimersi
10 Sapere che io sono una che non perdona
11 Sapere che ho un’ottima memoria
12 Essere competitivi o disponibili all’occorrenza
13 Saper dire “si” quando è si e “no” quando è no
14 Costruire con me e sfasciare da soli
15 Avere il coraggio di mentire, sapendo che io so sempre la verità16 Ricordare sempre che io sembro un “maschio” ma non lo sono
17 Vedere Kill Bill per tenere a mente cosa posso diventare
18 Riuscire a starmi dietro, perchè io non corro, volo
19 Essere disposti a sembrare più bassi di me, perchè io non rinuncio mai ai tacchi alti
20 Avere buon gusto, stile, charme, portamento e senso del pudore (quest’ultimo non sempre necessariamente “applicato”)
21 Evitare di restare senza parole, ma non parlare mai a vanvera
22 Sapere che niente è impossibile con una come me
23 Sapere che io non concedo mai una seconda chance
24 Essere pronti all’invasione di un mare in tempesta
25 Dare perchè si vuole e non perchè si deve
26 Adorare i miei cani
Gli ultimi… "pellegrinaggi artistici"
Dal 06.10.2006 al 07.02.2007 il Complesso del Vittoriano ospita questa bellissima mostra che ripercorre le tappe fondamentali di due artisti straordinari. Impossibile anche solo pensare a …”quanti colpi di pennello” abbiano dipinto una banale… nuvola. Bellissima.
2) COMPLESSO DEL VITTORIANO: “Museo del Risorgimento”
Mi ci sono volute un paio d’ore a visitarlo tutto. Emozionante il composto frullato derivato dal fare un viaggio dentro la storia… camminando sui pavimenti della storia dell’Altare della Patria, dentro e fuori. Ci sono finita dentro subito dopo la mostra di Matisse e Bonnard…
3) GALLERIA MUCCIACCIA: “Giorgio De Chirico”
Uscendo dal Vittoriano per andare in libreria, sono incappata nella Galleria Mucciaccia che ospita Giorgio De Chirico: a corredo della mostra, Mucciaccia è peraltro editrice di un bel libro sull’artista (acquistabile in loco) provvisto di ottime riproduzioni delle opere più celebri del Gran Giorgio. Io l’ho comprato, ne vale davvero la pena…
Il …"teologo" Warhol
Arte digitale e "scultura fotografica"
Accurata elaborazione del corpo umano. Un percorso misto tra l’arte e le più sofisticate tecniche digitali: esposizione che invita ad una riflessione “intorno al corpo” e a tutte le sue possibili metamorfosi. Breve ma molto bella. Ci sono andata il 13.11.2006 dopo Andy Warhol.
Esposta all’Istituto Cervantes di Roma (Piazza Navona)
Scritto sul corpo
Estratti da “Scritto sul corpo” di Jeanette Winterson:
“Quello che si rischia è misura di ciò che si vale.”
“Perchè la perdita è la misura dell’amore?”