di Redazione
Riportiamo uno stralcio della conferenza stampa del 26 Maggio 2014 con il Santo Padre sul volo di ritorno dalla Terra Santa, per quanto riguarda il tema della famiglia, della comunione ai divorziati risposati e del prossimo Sinodo. Qui la versione integrale dei temi affrontati con i giornalisti.
(Padre Lombardi)
Allora, adesso andiamo in Argentina, un’altra domanda del gruppo di lingua spagnola:
D. Lei è diventato un leader spirituale, anche un leader politico, e sta aprendo molte aspettative tanto dentro la Chiesa come nella comunità internazionale. Dentro la Chiesa, per esempio, cosa succederà con la comunione ai divorziati risposati, e nella comunità internazionale questa mediazione con cui ha sorpreso il mondo, per cui ci sarà questo incontro in Vaticano… La domanda è se non teme un fallimento, sollevando molte aspettative: non teme possa esserci qualche fallimento? Grazie.
R. – (Santo Padre)
Prima farò un chiarimento su questo incontro in Vaticano: sarà un incontro di preghiera, non sarà per fare una mediazione o cercare soluzioni, no. Ci riuniremo a pregare, soltanto. E poi, ognuno torna a casa. Ma io credo che la preghiera sia importante e pregare insieme senza fare discussioni di altro tipo, questo aiuta. Forse io non mi sono spiegato bene, prima, su come sarebbe stato. Sarà un incontro di preghiera: ci sarà un rabbino, ci sarà un islamico e ci sarò io. Ho chiesto al Custode di Terra Santa di organizzare un po’ le cose pratiche.
Secondo, e grazie per la domanda sui divorziati. Il Sinodo sarà sulla famiglia, sul problema della famiglia, sulle ricchezze della famiglia, sulla situazione attuale della famiglia. L’esposizione preliminare che ha fatto il Cardinale Kasper aveva cinque capitoli: quattro sulla famiglia, le cose belle della famiglia, il fondamento teologico, alcune problematiche familiari; e il quinto capitolo, il problema pastorale delle separazioni, delle nullità matrimoniali, i divorziati… In questo problema rientra quello della comunione. E a me non è piaciuto che tante persone – anche di Chiesa, preti – hanno detto: “Ah, il Sinodo per dare la comunione ai divorziati”, e sono andati proprio lì, a quel punto. Io ho sentito come se tutto si riducesse ad una casistica. No, la cosa è più e più ampia. Oggi, tutti lo sappiamo, la famiglia è in crisi: è in crisi mondiale. I giovani non vogliano sposarsi o non si sposano o convivono, il matrimonio è in crisi, e così la famiglia. E io non vorrei che noi cadessimo in questa casistica: si potrà, non si potrà?… Per questo ringrazio tanto per questa domanda, perché mi dà l’opportunità di chiarire questo. Il problema pastorale della famiglia è molto, molto ampio, molto ampio. E si deve studiare caso per caso. Una cosa che Papa Benedetto ha detto tre volte sui divorziati, a me aiuta tanto. Una volta, in Valle d’Aosta, un’altra volta a Milano e la terza nel Concistoro, l’ultimo Concistoro pubblico che ha fatto per la creazione dei Cardinali: di studiare le procedure di nullità matrimoniale, perché alcuni sono […] o solo per poche persone; studiare la fede con la quale una persona va al matrimonio e chiarire che i divorziati non sono scomunicati, e tante volte sono trattati come scomunicati. E questa è una cosa seria. Questo sulla casistica di questo problema, il Sinodo sarà sulla famiglia: le ricchezze, i problemi della famiglia. Soluzioni, nullità, tutto questo. E ci sarà anche questo problema, ma nell’insieme. Adesso io vorrei dirle perché un Sinodo sulla famiglia: questa è stata un’esperienza spirituale per me molto forte. Nel secondo mese di pontificato è venuto da me mons. Eterovic, Segretario – allora – del Sinodo, con i tre temi che il Consiglio post-sinodale proponeva per il prossimo Sinodo. Il primo era molto forte, buono: l’apporto di Gesù Cristo all’uomo di oggi. Questo era il titolo. E in continuazione del Sinodo dell’evangelizzazione. Ho detto di sì, abbiamo parlato un po’ sulla riforma della metodologia e alla fine, ho detto: “Mettiamo qualcosa di più: l’apporto di Gesù Cristo all’uomo di oggi e alla famiglia”. Sta bene. Poi, nella prima riunione del Consiglio post-sinodale, io sono andato e ho visto che si diceva il titolo tutto intero, tutto completo ma lentamente si diceva: “Sì, sì, l’apporto alla famiglia”, “Cosa porta Gesù Cristo alla famiglia”… e senza accorgersene, la commissione post-sinodale ha finito parlando della famiglia. Io sono sicuro che sia stato lo Spirito del Signore a guidarci fino alla scelta di questo titolo: sono sicuro, perché oggi davvero la famiglia ha bisogno di tanti aiuti pastorali. Grazie.
Fonte: Vatican.va
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