di Redattore Sociale, 8 Ottobre 2014
Cellulari, computer, televisioni nascondono “una guerra, anzi tante guerre”. Attraverso il loro uso diventiamo “complici di crimini e tragedie”. Il coltan impiegato in prodotti di elettronica ha causato otto milioni di morti. Nasce una campagna di tracciabilità dei “minerali clandestini” e insanguinati.
“Viviamo oramai nell’elettronica: tra cellulari, iPad, computer, televisione, strumenti che condizionano interamente il nostro modo di pensare e di vivere. Strumenti che, per essere costruiti, sono causa di conflitti, violenze, ingiustizie, morte”. Pochi sanno che “oltre il 60% dei giacimenti planetari di coltan, impiegato in prodotti di elettronica di consumo, sta in Repubblica Democratica del Congo, ed è considerato la causa diretta dell’ultradecennale conflitto in corso” o che “le imprese multinazionali esportano clandestinamente i minerali, per poi utilizzarli sul mercato”. Nei nostri cellulari c’è la guerra. Anzi tante guerre. La RD del Congo “fa gola perché vi sono molte miniere, di oro, diamanti, rame, a causa delle estrazioni di coltan la popolazione ha visto espropriate le proprie terre, gli introiti delle miniere hanno finanziato la guerra e gli impatti ambientali sono stati gravissimi”, una guerra silenziosa e poco conosciuta in occidente. È per questo che Solidarietà, Cooperazione Cipsi e Chiama l’Africa hanno pensato di aprire con il Calendario 2015, illustrato dalle foto di Erberto Zani, un’altra grande campagna per la tracciabilità dei “minerali clandestini”, per evitare che si utilizzino minerali insanguinati dalle guerre e per denunciare “gli otto milioni di morti per il coltan”.
Un calendario entra nelle case,spiega Eugenio Melandri, direttore del bimestrale Solidarietà Internazionale ed “è testimone, passo dopo passo, della vita di ognuno di noi. Si incontra e si scontra con le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce che fanno parte del nostro bagaglio quotidiano”. Diviene uno strumento culturale di conoscenza e sensibilizzazione verso una realtà che in qualche modo ci riguarda tutti “un richiamo alla solidarietà, a credere fortemente che anche le crisi e le difficoltà possono risolversi solo aprendo occhi e cuore ai drammi, e alle cause che li generano, che attraversano il mondo”.
“Tocca e condiziona le nostre esistenze”. Le foto di Erberto Zani, che ha realizzato due fotoreportage “La guerra dei minerali” e “Aspettando l’ultimo assalto” direttamente in R.D. Congo, immortalano minatori a lavoro sotto il controllo dei soldati Nyatura, a riposo durante lo scavo di un nuovo tunnel o mentre trasportano in spalla i materiali verso il fiume per eliminarne le impurità.
Il calendario fotografico 2015 sui “Minerali clandestini” e la campagna per la tracciabilità, che ospita anche interventi scritti di Guido Barbera, Gianni Alioti, Domenico Quirico, John Mpaliza Balagizi, Francesco Gesualdi, Monica Di Sisto e Donata Frigerio, sono stati presentanti in anteprima a Ferrara sabato 4 ottobre durante un seminario, in concomitanza con il Festival del settimanale Internazionale e della fiera nazionale del commercio equo, Tuttaunaltracosa! Le copie richieste aiuteranno a diffondere e sostenere il progetto. La campagna invita tutti a seguire alcune piccole azioni e comportamenti corretti, perché nei fatti “attraverso l’uso e il consumo di strumenti, diventiamo complici di crimini e tragedie”. Si tratta di “appunti di viaggio” non definitivi, ma che suggeriscono le linee di lavoro che il progetto sta già lanciando: un consumo critico e responsabile, l’attenzione ad acquistare solo quando è necessario, riciclare materiale usato, scegliere prodotti che siano il più possibile certificati, fare azioni di lobby per chiedere ai produttori l’utilizzo di materiale “etico” e naturalmente, stare dalla parte delle vittime.
Fonte: Redattore sociale
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