Archivi tag: Utero in affitto

Brescia, in adozione il figlio dell’utero in affitto

di Marcello Palmieri, 11 Novembre 2014

L’Italia non riconosce la maternità surrogata. Dunque quel bimbo è come se fosse figlio di nessuno. E per questo deve essere dato in adozione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, chiamata per la prima volta a pronunciarsi su un caso di utero in affitto. Una sentenza storica, che sembra sconfessare la linea ben più indulgente sinora seguita sulla stessa materia da altri tribunali italiani. E che, nella sua semplicità, fa propri inoppugnabili dati di fatto: per «l’ordinamento italiano, madre è colei che partorisce», e questo ordinamento «contiene un espresso divieto, rafforzato da sanzione penale, della surrogazione di maternità». Continua a leggere Brescia, in adozione il figlio dell’utero in affitto

Almeno lasciate stare il Nazareno.

di Mario Adinolfi, 24 Ottobre 2014

Lo definiscono “il nuovo patto del Nazareno” e Silvio Berlusconi l’ha annunciando dicendosi favorevole a varare con Matteo Renzi una legge di equiparazione al matrimonio per le unioni gay, con tanto di “stepchild adoption”, cioè con il via libera all’utero in affitto anche se (ipocritamente) solo se utilizzato per operazioni di compravendita di neonati realizzate fuori dai confini nazionali. La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo la notizia è stata: almeno cambiategli nome a questo patto scellerato. Almeno lasciate stare il Nazareno. Continua a leggere Almeno lasciate stare il Nazareno.

Almeno 16 figli da madri surrogate. Caccia al giapponese «padre seriale».

di Angela Geraci, 25 Agosto 2014

Mariam Kukunashvili, fondatrice della clinica della fertilità «New Life» di Bangkok, aveva capito subito che c’era qualcosa che non andava in quel 23enne giapponese, Mitsutoki Shigeta. Continua a leggere Almeno 16 figli da madri surrogate. Caccia al giapponese «padre seriale».

Madri surrogate: la Corte europea riconosce il legame padre-figli.

di Rita Guma, 27 Giugno 2014

Un bimbo nato in Russia da padre italiano e madre surrogata russa al rientro in Italia è stato messo in un istituto e dichiarato in stato di abbandono e quindi adottabile in quanto il certificato di nascita che individuava il padre biologico e la moglie come genitori non era stato trascritto nel nostro paese perché non riportava il nome della madre naturale.

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Ora tutti in piazza.

di Mario Adinolfi, per La Croce – Quotidiano

Ora il disegno è chiaro. Ora si capisce perché ieri tutte quelle paginate sulla “svolta pro gay” al Sinodo. Ve l’avevamo detto subito da queste colonne: occhio alla trappola, occhio che vogliono dividerci. Continua a leggere Ora tutti in piazza.

Una manata sulla faccia.

di Giorgia Petrini

E’ qualche anno che lo penso e che lo dico. Oggi posso gloriarmi dell’evidenza quotidiana. A Roma si dice: “Sei de coccio”. Intendiamoci, siamo tutti un po’ de coccio. Nasciamo morbidi e vellutati – con quel profumo di neonato che solo i bimbi appena nati hanno – e poi, col passare del tempo, ci cresce attorno una specie di pellicola pietrificante a base di catrame, cemento e colla, che esposta alla luce e alle intemperie, con gli anni, indurisce. Si diventa de coccio, appunto. Continua a leggere Una manata sulla faccia.

In risposta a Roberto Saviano.

In risposta a Roberto Saviano
di Mario Adinolfi, 3 Settembre 2014

Caro Roberto, negli anni ci siamo sfiorati, annusati, scritti. In qualche modo abbiamo pensato di avere una qualche sintonia, ci siamo ritrovati a discutere persino di poker. Oggi voglio tornare a interloquire con te, stavolta in pubblico, stavolta da scrittore a scrittore. Certo, tu hai scritto Gomorra e io ho scritto Voglio la mamma, tu hai venduto milioni di copie, io meno, però sono sicuro che condividiamo un punto di partenza: vediamo lo sfacelo attorno a noi, il tempo tragico toccato alla nostra generazione e combattiamo per porvi rimedio. Rifiutiamo entrambi una cultura di morte e siamo convinti che le nostre parole, i nostri racconti, possano servire a indicare una via. Siamo entrambi, insomma, piuttosto presuntuosetti. Continua a leggere In risposta a Roberto Saviano.