di Mario Adinolfi, 24 Ottobre 2014
Lo definiscono “il nuovo patto del Nazareno” e Silvio Berlusconi l’ha annunciando dicendosi favorevole a varare con Matteo Renzi una legge di equiparazione al matrimonio per le unioni gay, con tanto di “stepchild adoption”, cioè con il via libera all’utero in affitto anche se (ipocritamente) solo se utilizzato per operazioni di compravendita di neonati realizzate fuori dai confini nazionali. La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo la notizia è stata: almeno cambiategli nome a questo patto scellerato. Almeno lasciate stare il Nazareno.
Le seconda cosa l’ho pensata mentre vedevo, incontrando centinaia e centinaia di persone insieme ad altre firme de La Croce (Costanza Miriano, padre Maurizio Botta, Marco Scicchitano), un pezzetto di popolo passare da una sorta di mesta rassegnazione ad un qualche civile entusiasmo e ad una grande voglia di battersi. Questo giornale, lo dico sempre nelle iniziative pubbliche, nasce per avviare un “corpo a corpo” con i sostenitori delle tristi idee omosessualiste proprie della lobby Lgbt e non degli omosessuali, che nella loro vita reale offrono uno spaccato assai più complesso e molto spesso sorprendente. Ebbene, mentre ragionavo di questo spiegando perché sono contrario all’equiparazione delle unioni gay al matrimonio, pensavo a quanta ipocrisia c’era nelle dichiarazioni di Berlusconi che ha richiamato più volte i “valori cristiani” e la “tutela della famiglia tradizionale” e a quanta ce n’è anche nel mio amico Renzi, le cui radici so essere ancorate al terreno dal popolarismo cattolico, però evidentemente il cinismo del potere prevale e le rende secche. Due leader che si richiamano esplicitamente a valori precisi, li violano platealmente nel nome di una comune plateale cedevolezza a idee caotiche e prive di senso, che produrranno l’effetto di trasformare le persone in cose. Perché, si sappia: equiparano l’unione gay al matrimonio solo per ottenere due precisi “diritti”. Il primo è quello alla reversibilità della pensione, che travolgerà il sistema previdenziale e provocherà la cancellazione o l’estrema riduzione della pensione di reversibilità per tutti. Il secondo presunto diritto è quello a “farsi una famiglia”. E, di grazia, come se la fanno questa famiglia due gay se l’adozione è vietata ed è concessa invece la “stepchild adoption”? Ovvio, due gay hanno una strada sola: il ricorso all’utero in affitto. Che è una terrificante pratica di umiliazione del corpo della donna, di violazione della sua sfera più intima dietro compenso in denaro, di compravendita di un neonato. Una pratica vergognosa, da mondo della schiavitù di epoca pre-cristiana. Poi arrivò un uomo sulla croce e cambiò tutto, cancellò la schiavitù, disse che chi avesse scandalizzato i bambini meglio se si mettesse una macina di mulino al collo e si gettasse in mare.
Ecco cosa diceva il Nazareno. A questo scellerato patto contro le donne e gli uomini, contro i bambini trasformati in scandaloso oggetto di compravendita, almeno cambiategli il nome.