La giovane vive nel Pescarese: era stata abbandonata dal marito. Indagati un ginecologo e un infermiere in pensione che l’avrebbero aiutata.
di Redazione, 24 Aprile 2014
Arrivata al settimo-ottavo mese di gestazione, con l’aiuto di alcuni conoscenti ancora da identificare, nel periodo compreso tra la fine di gennaio e la metà di febbraio, ha abortito con la conseguente morte del neonato. Ora P. P., una ventenne di Civitaquana, un paesino di 1.300 anime nel Pescarese, è stata arrestata per infanticidio e occultamento di cadavere.
L’arresto a inizio aprile
La giovane è stata arrestata al termine di una complessa e delicata indagine ancora in corso dei Carabinieri di Penne. La vicenda risale ai mesi scorsi, la ragazza è stata sottoposta a fermo all’inizio di aprile e il 3 aprile successivo la misura cautelare è stata convalidata con la contestuale applicazione della misura cautelare in carcere da parte del Gip del Tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco.
«Abbandono morale e materiale»
L’accusa, per la precisione, è di «infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale e occultamento di cadavere»: la ventenne era sposata con un 28enne originario del Marocco, ma si era separata nel corso della gravidanza. Allora, arrivata al settimo-ottavo mese, con l’aiuto di alcuni conoscenti, anche di forse un ginecologo di Pescara e un infermiere in pensione di Montesilvano, avrebbe abortito presso una struttura non accreditata dal servizio sanitario.
Due indagati, si cercano i complici
Tre mesi di indagini serrate e accurate per portare alla luce una storia drammatica e dai risvolti ancora da chiarire. I due sospettati sono stati iscritti sul registro degli indagati mentre proseguono le indagini su alcune persone che, per caratteristiche personali e coinvolgimento più o meno diretto dei fatti, potrebbero aver aiutato la ragazza a nascondere l’accaduto.
Fonte: Corriere