Separarsi per non sporcarsi con gli altri è la peggiore sporcizia.

di Giorgia Petrini

Il post su Facebook di Lucio Brunelli, Direttore News di Tv2000

Personalmente sono convinto che se un cristiano è tranquillo nella sua identità può dialogare con tutti. Dialogare ovviamente non significa concordare con le opinioni del proprio interlocutore. Ma confrontarsi in modo rispettoso e fermo con chiunque. Per questo, alcune settimane fa quando uno dei conduttori di Tgtg mi ha chiesto se poteva inserire Luxuria nella lista degli ospiti da intervistare non ho avuto obiezioni, a parte la consueta chiarezza delle nostre posizioni. Che per noi sono gli insegnamenti della Chiesa. Nella coscienza che “separarsi per non sporcarsi con gli altri è la peggiore sporcizia”.

Non mi ero reso conto però che l’invito sarebbe caduto proprio nella settimana in cui ad Assisi è riunita la Conferenza episcopale italiana. Nel momento in cui i vescovi tornavano ad esprimersi con molta nettezza sui più delicati temi della famiglia, la sua presenza rischiava di prestarsi a malintesi o strumentalizzazioni. Come documentano molti dei commenti apparsi su questa pagina. Così, anche per tenere conto della sensibilità del nostro pubblico, abbiamo concordato di rinviare la partecipazione di Luxuria. Come giusto anche stasera a Tgtg avrà spazio l’assemblea straordinaria della Cei, con la partecipazione del Segretario mons. Galantino e la testimonianza del vescovo di Erbil che qui ad Assisi ha portato la voce dei cristiani iracheni che chiedono di non essere dimenticati dai loro fratelli nella fede.

Lucio Brunelli

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luxuriaSarà che la mia conversione è “troppo” recente e quindi fatico ancora a capire tante cose per le quali molti altri sono più illuminati di me. Sarà che spesso dai miei più bravi padri nella fede mi sento dire che il tifo non è cosa nostra e che nulla ha che fare col cuore di un cristiano. Sarà che in genere, personalmente, mi accordo alle opinioni, non alle mode, non alle correnti o alle singole persone. Sarà quel che sarà, ma non penso di far parte dei “cristiani tiepidi” solo perché l’opinione di Lucio Brunelli -direttore News di TV2000- sulla faccenda Luxuria, invitata come opinionista a TV2000, mi trova d’accordo. Non penso di dire nulla di scandaloso scrivendo questo e non ho scritto niente ieri, nonostante l’insurrezione popolare, proprio perché avrei fatto un processo alle intenzioni (di tutti).
A dirlo non è un’amica di Luxuria, né una persona che la pensa come lei (o lui?), né una militante del movimento LGBT, anzi: qualche tempo fa ho pesantemente messo la faccia sull’intervento della stessa Luxuria al liceo Muratori di Modena, nella più totale solitudine e senza grandi slanci di insurrezione popolare. Lo rifarei e confermo riga per riga tutto quello che ho scritto. Ma resta il fatto che, giorno per giorno, proprio nella chiesa, a me hanno insegnato che a tutti è stata data la libertà e che mai si condanna la persona: semmai si adopera lontananza e si pone distanza con quello che dice o con quello che fa. Non per questo “la si cancella” (dato poi il determinismo della realtà che, malgrado noi, esiste per quel che è nello stesso Creato) e non per questo ci si confronta solo con la stessa moneta con la quale si è corrisposti (mi ricorda l’amore gratuito di Cristo, ma non voglio esagerare, dato il parallelo forse un tantino squilibrato). Mi pare che Don Oreste Benzi corresse appresso alle prostitute gridando “Don’t worry” e stringendo un rosario tra le mani, non chiedendo loro di cambiare marciapiede: prima si chiedeva, o chiedeva loro, se erano d’accordo con lui o come la pensassero sul sesso e la castità? (domanda retorica, risposta scontata) Non mi risulta. E che dire della Beata Madre Teresa di Calcutta che ha accolto tutti senza fare nessuna domanda? Avrebbe lasciato Luxuria fuori dalla capanna? Mi sa che stona. Mi pare che Gesù abbia cenato con dei peccatori quando erano ancora peccatori e non quando erano diventati santi (molti non lo sono diventati e lo stesso Giuda ha scelto di separarsi, non è “stato separato”). Mi pare che da qualche parte il vangelo dica che si torna indietro a cercare una sola pecora su cento se le altre novantanove già conoscono la strada. E, senza uscire troppo fuori tema per chi sa di che parliamo, mi pare che anche Gollum, per gli amanti del Signore degli Anelli, arriva in fondo al film, serve al film, è nella storia e nella vita di tutti gli altri personaggi. Questo siamo noi, cristiani o no. Siamo una parte della storia. Non siamo tutta la storia. Non riusciamo nemmeno a capirla, figuriamoci a spiegarla! Intanto proviamo ad occuparci (magari bene) di costruire la nostra, anziché concentrarci a distruggere quella degli altri (seppure il fine possa avere le migliori intenzioni e le forze a bordo sembrino essere tutte in stato di Grazia). Del resto, anche Cristo poteva polverizzare i suoi assassini e scendere dalla Croce con una buona cera. Non l’ha fatto. Non lo fa neanche nelle nostre vite e nelle nostre storie: ognuno regge la sua croce e ognuno porta con sé il proprio furgone di grandi sofferenze. E’ così per tutti e non potrebbe essere altrimenti. Con questo siamo chiamati a vivere e ad essere testimoni della fede, nella gioia della resurrezione che -mi pare di ricordare- non vale solo per noi. A tutti è possibile rinascere e ognuno può scegliere.

The Hobbit: An Unexpected Journey - Andy Serkis

Ho l’impressione che il confine a cui si giunge, quando in casi come questo, si vuole parlare a tutti non avendoli davanti e non sapendo quale sia l’effetto che veramente avrà un nostro atteggiamento, una nostra parola, una nostra iniziativa, una nostra battaglia (per quanto giusta), è lo stesso confine che divide le guerre di religione dalla fede, la pace dalla guerra anche comune, il tifo da un certo sano senso di giustizia. E’ un flebile, sottilissimo confine di precario equilibrio, i cui fili sono intrecciati delicatamente tra le dita del cielo che non guardiamo mai abbastanza, in forza di grandi crociate da fare, delle quali essere autori e primi protagonisti, anche senza conoscere chi abbiamo davanti (pericolosissimo, a mio avviso: è così che si crescono dei kamikaze e si condizionano le persone -attenti alle suggestioni-, anche nelle tifoserie e anche nel fanatismo). Noi pensiamo di poter controllare e indirizzare la storia, ma nella storia siamo immersi come gli altri, né più né meno, senza particolari poteri personali o meriti specifici.

Io credo in un Dio che fa ed è tutta la storia, compresa quella che non capisco e compresa quella che non mi piace. Io credo davvero che Dio sia capace di trarre il bene dal male e che ci abbia lasciato di questo infiniti esempi concreti. E’ per questo motivo che non penso mai di avere tutte le risposte o -peggio- di essere io la risposta. Abbiamo solo delle grandi domande per le quali, come ho già scritto in passato, possediamo la più grande arma in dotazione, sempre all’ultimo posto nell’armadietto dei fucili tutti carichi: la preghiera. Certo, è più interessante riempire le piazze, vendere libri (li scrivo anch’io, quindi lo so bene) e accatastare persone una sull’altra senza guardarne nessuna negli occhi, indubbiamente. Ma siamo così certi che quella sia la strada? Per di più l’unica: indiscutibile e a senso unico. Io non lo sono per niente, ma -ripeto- sono una neofita che quasi stenta a potersi definire cattolica per paura di essere “equiparata” a persone che conosco che, in quanto a santità, mi imbarazzano davvero.

Spero di essere in cammino, questo sì. Spero di potermi fidare del fatto che il direttore di una tv dei vescovi dica quello che pensa come lo pensa (essendo anche maschio è probabile che sia veramente così) e che non abbia chissà quali misteri da coprire, correnti da aiutare o cadaveri da nascondere.
Certo che se dovessi pensare che il futuro della mia fede o del mondo dipende dalla mia capacità di impedire a Luxuria di partecipare a un programma televisivo, farei prima a farmi fare le carte a Piazza Navona o a farmi leggere la mano dal mago Milton.

Tutto qui? Dio mette al mondo tanti cristiani occidentali, acculturati e indipendenti, per coordinare un’azione di gruppo (che a mio parere resta discutibilissima) volta a non guardare un canale televisivo minore per una sera o a boicottare l’intervento di qualcuno che -nel resto dei mesi e per tutto l’anno- può dire ovunque le stesse cose?

“Nulla è impossibile a Dio”, mi pareva di aver letto nel vangelo. Se Dio permette ciò che oggi (come ieri e domani) accade nel mondo, e noi non possiamo cambiarlo, esistiamo per qualcosa di diverso. Di più grande. Di più bello.

Ditemi cos’è che mi sfugge.
Luxuria nun te temo e prego per te. Anche se penso che i bambini abbiano diritto a un padre e a una madre; anche se penso che l’unico matrimonio vero e possibile sia quello tra un uomo e una donna; anche se penso che il gender nelle scuole e negli asili nido sia la più grande forma di dittatura di questo tempo e anche se quello che fai e che dici non lo condivido in nessun modo.

Ma se non c’è anche qualcuno che prega per te, che ne sarà della tua vita e della mia?

1 commento su “Separarsi per non sporcarsi con gli altri è la peggiore sporcizia.”

  1. Io invece non capisco il senso di invitare Luxuria (che già con il suo nome espone le sue idee) ad una trasmissione come commentatore di un telegiornale…Benvenga un incontro televisivo in cui ci si confronta sui temi che Luxuria sponsorizza. Ma invitarla così, per buonismo, quando le sue azioni conrtastano così fortemente con la nostra Chiesa non vedo prorpio che senso abbia se non quello di avallare il suo messaggio.

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