di Emanuela Micucci, 1 Ottobre 2013
Senzatetto ospitati alla Giustiniana: era un bene confiscato al boss Salvatore Nicitra, boss della banda della Magliana. Qui don Antonio Coluccia ha aperto l’Opera Casa Accoglienza don Giustino Russolillo
«Un corso d’italiano, poi la terza media e una scuola per diventare educatore. Perché voglio aiutare gli altri». Per Adrian, 24 anni, la vita riparte da via della Giustiniana 660/M, in quella che era la villa di Salvatore Nicitra, boss della banda della Magliana, fino alla confisca nel 1993. Qui da un anno don Antonio Coluccia, vocazionista, viceparroco a San Filippo Apostolo a Grottarossa, ha aperto l’Opera Casa Accoglienza don Giustino Russolillo Onlus per persone maggiorenni senza dimora (info: donantoniocoluccia@libero.it). «Vivevo in strada – prosegue Adrian -. Buttavo la mia vita, come in Romania. Una sera è arrivato don Antonio e mi ha chiesto di andare con lui perché Dio ha un progetto nella mia vita. Così sono venuto qui». Iniziando il percorso per reintegrarsi nella società. «Cristo crocifisso e risorto – spiega don Antonio – è il segno di redenzione, è la luce che illumina il loro cammino». Lo conferma l’ospite più anziano, 86 anni: «Dopo lo sfratto vivevo in auto e volevo farla finita. Quando mi hanno accolto qui mi sono commosso. Sono arrivato di notte, ma tutti si sono attrezzati per aiutarmi».
Livio serve il pranzo: ex barista, perduto tutto con la separazione, è diventato il cuoco della casa. «Siamo una struttura in semiautonomia – spiega Gilberto, l’assistente -. Ognuno collabora in base ai propri talenti come in una famiglia. Ora siamo in 15». «Viviamo di Provvidenza – sottolinea don Antonio -. La mano di Dio ha permesso di creare tutto in pochi mesi, partendo dai 250 euro donati dalla scuola Saint George». Per realizzare la casa d’accoglienza don Antonio, sostenuto dal cardinale vicario Agostino Vallini e dal vescovo ausiliare per il settore Nord, Guerino Di Tora, chiede a Roma Capitale uno dei 20 beni confiscati nel XV Municipio alla criminalità organizzata e inutilizzati. «In base alla legge 109 del 1996 – illustra – devono essere destinati a progetti di utilità sociale: il solo modo per combattere il malaffare».
L’affidamento arriva il 2 agosto 2012, «giorno della memoria liturgica del beato Giustino Russolillo, il fondatore del mio ordine religioso, i vocazionisti», sottolinea il sacerdote. Il primo ospite entra il giorno della consegna definitiva delle chiavi, il 4 ottobre: un sorvegliato speciale che dormiva in un furgone. «Accogliamo tutti, senza pregiudizi». Lo Stato ha dato le mura: 300 metri quadri su 3 livelli, che può ospitare fino a 20 persone, un giardino di 3 ettari. Ma la villa va ristrutturata, arredata, messa in sicurezza. «Tutto possibile grazie alle offerte delle persone, le parrocchie della prefettura, le vicine scuole Assisium, De Sanctis, Gassman. Siamo andati a presentare il progetto anche in teatri e discoteche».
Una stanza è riservata a chi vuole vivere un’esperienza di condivisione. Si realizzerà una fattoria didattica e un poliambulatorio. Intanto, «ci sono le necessità quotidiane – ricorda Alessandra, volontaria -. Occorrono viveri, coperte, tavoli, almeno un’altra lavatrice. E dobbiamo acquistare una cucina comunitaria».
Fonte: RomaSette